Milan-Roma è sfida che attira giudizi e analisi di grandi personaggi che hanno militato in queste squadre negli anni passati. Su tutti due tecnici agli antipodi: Sacchi e Capello, intervistati oggi dalla Gazzetta dello Sport. Ecco le loro dichiarazioni:
CAPELLO
La Roma è diversa dal Milan.
“Fa meno pressing. La Roma è più attenta e si affida a una difesa solida, ma se giocano i ‘Fab Four’ e non coprono, il centrocampo fatica. Io lo so, visto che provavo a far giocare Totti, Montella e Batistuta”.
Sui calci piazzati la squadra di Mourinho è davvero forte.
“La cosa importante è avere chi sa battere i piazzati e i giallorossi hanno Pellegrini e Dybala”.
Come spiega l’appannamento di Abraham?
“Momenti. Forse gioca un po’ lontano dalla porta, ma nei contropiedi lui, Zaniolo e Dybala possono essere micidiali”.
Perché la Roma gioca meglio in trasferta?
“Perché non deve fare la partita e tenere l’atteggiamento tattico che le è più adatto”.
E’ più facile che il Milan vinca lo Scudetto o che la Roma arrivi in Champions?
“Difficile per tutte e due. […] La Roma ha quattro squadre davanti più attrezzate, ma poi da febbraio tornano le coppe e può cambiare tutto”.
Come costruì la sua Roma vincente?
“Con Baldini abbiamo scelto volti nuovi, sbagliandone pochi, e nel giro di due anni abbiamo costruito una squadra da scudetto. Tutto questo anche grazie a un presidente come Sensi”.
SACCHI:
Che sfida sarà Milan Roma?
“Una squadra prevalentemente tattica, la Roma, contro un collettivo, il Milan. Se i rossoneri dimostrano di essere davvero un collettivo organizzato, avranno sempre più uomini nella zona della palla. E avranno il dominio: un vantaggio non da poco”.
Come si affronta la Roma?
“I giallorossi puntano sulla forza, sul contropiede e sul singolo. Per metterli in difficoltà bisogna essere più squadra di loro. Mourinho li schiera con tre centrali e due esterni, quindi hanno cinque giocatori difensivi. Ciò significa che il Milan, con un centravanti e due ali, avrà superiorità in mezzo al campo”.
E quando i giallorossi hanno il pallone?
“Pressing, pressing, pressing. Sempre i tempi e le distanze giusti. Non esiste altra medicina. L’importante è non far giocare la Roma liberamente. Fondamentale, però, quando si attacca, prestare sempre attenzione ai posizionamenti: se si perde il pallone, non si può concedere loro il contropiede, perché sono rapidi e hanno elementi pericolosi come Dybala che può sempre inventare qualcosa. Il trucco è imporre il proprio gioco anche quando il pallone ce l’ha la Roma”.I pericoli da dove possono arrivare?
“Dal contropiede e dalle palle inattive. La Roma non è un collettivo, fa catenaccio, si difende anche con undici giocatori, però ha elementi veloci nel ribaltamento dell’azione e ha prestanza fisica: in area di rigore rossonera, massima attenzione e marcature strette”.
La Roma va attaccata con i cross o le incursioni centrali?
“I cross vanno bene, perché c’è Giroud là in mezzo. Però i centrali della Roma sono alti e non fanno complimenti. Cercherei di variare le azioni, e il Milan ne ha le possibilità. Un uno-due al limite dell’area, tra il trequartista e il centravanti, ad esempio, è spesso un grimaldello per aprire le difese”.