Lasciata la direzione sportiva della Roma pochissimi giorni fa, Monchi è tornato a casa, firmando un contratto da ds del Siviglia. Nella giornata di oggi, l’ex dirigente giallorosso verrà presentato dal club spagnolo. Queste le sue parole:
Monchi prende il posto di Joaquin Caparros, passato a guidare in prima persona la prima squadra del ‘Nervion’ dopo l’esonero di Machin. Il suo nuovo incarico nel club andaluso sarà effettivo dal prossimo 1 aprile.
“C’è un progetto che lo ha convinto, altrimenti non sarebbe qui. E’ il miglior ds e nel Siviglia sarà più di un semplice direttore sportivo”, le parole in apertura del presidente José Castro.
Poi Monchi prende parola: “E’ un giorno particolare, difficile da immaginare e da descrivere a parole. Il presidente ha parlato chiaro: non sono qui per salvare nessuno, il Siviglia ha una squadra inviabile. In questi ultimi giorni mi hanno trasmesso un”idea di futuro che coincide molto con quello che ho in mente. Non sono qui perchè abbiamo un problema, ma per aiutarci a crescere. Sono stato due anni fuori dal Siviglia, in un club importante come la Roma, che resterà sempre nel mio cuore, nel quale sono cresciuto. Ho il dovere ora di far crescere il club che amo”.
“Arrivo convinto che bisognerà lavorare tanto, sono state fatte molte cose buone. Sono qui per restare a lungo. Vengo per contribuire alla crescita del Siviglia. Il mio contratto è a tempo indefinito, non c’è una durata stabilita – prosegue Monchi, che poi commenta le voci su una cessione del club – Con il presidente abbiamo parlato di un progetto a lungo termine, cose che mi sono piaciute e loro mi hanno dimostrato di credere in questo futuro. Non mi hanno dato la sensazione che il club è in vendita. Non sono nella testa degli azionisti, ovviamente, ma prima che un direttore sportivo sono un tifoso del Siviglia. Sono tranquillo in questo senso. L’attuale allenatore è Caparros e lo aiuterò”.
“Non è nel mio stile promettere titoli, ma garantisco che il Siviglia crescerà – prosegue – Quando il presidente Castro mi ha chiamato dopo aver rescisso con la Roma mi è piaciuto quello che mi illustrato. E’ importante che passi il messaggio che io sono qui perché sono d’accordo con la dirigenza in merito a quello che posso portare. E’ difficile sentirsi amati come mi sono sentito io negli ultimi giorni. Sono qui perché credo di poter far crescere il Siviglia”.
“Il mio addio di due anni fa? Dopo 18 anni volevo cambiare per crescere. Avevo scelto una piazza difficile, anche se avevo molte possibilità poi scelsi un progetto che mi avrebbe aiutato a crescere. A livello professionale questa crescita da parte mia c’è stata. Ora ho scelto il progetto che mi ha convinto di più. A Roma lavoravo 24 ore al giorno, farò lo stesso qui, sempre da tifoso del Siviglia”
Poi un passaggio con la Roma: “Non cambierei i due anni che ho trascorso a Roma, rifarei quella scelta. Ho commesso degli errori, non conoscevo la situazione del club quando arrivai, ma non mi pento della mia scelta. Mi è servito per crescere a livello personale. E’ una squadra a cui vorrò sempre bene. La battuta che avevo fatto sul ‘Circo Massimo’? Mi sembra assurdo considerarla una mia dichiarazione, parlavo con un tifoso, non era una dichiarazione istituzionale. Sono andato via per una semplice ragione: ad un certo punto ho capito che la proprietà aveva idee diverse dalle mie. Il presidente voleva andare a destra, io a sinistra. Giusto finirla così. Ma posso solo parlare bene di Pallotta e di tutti quelli che hanno pensato di portarmi a Roma. Mai sentirete da me una parola contro la Roma. Abbiamo capito che prendevamo strade diverse, era giusto fermarsi. Dalla Roma mi porto l’esperienza di aver lavorato fuori da casa da mia, in un ambiente che mi ha reso un professionista più attento. E’ stata una bellissima esperienza. I risultati in questo anno non sono arrivati, ma la scorsa stagione è stato bellissima. Lavorare nella Roma mi ha fatto crescere tantissimo”.
Il Siviglia può evitare alcune vendite importanti: “Il modello è quello vincente. Non voglio ripetere gli errori. Alcune volte si vendono giocatori per necessità o per crescere. Oggi che le necessità sono minori non credo che dobbiate avere paura nel vendere giocatori perché è il modello che ha sempre utilizzato il Siviglia. E’ anche il modello delle squadre di tutto il mondo. La fortuna che abbiamo in questo momento è che la tradizione del club ha continuato in questi ultimi anni”.
Quando sei andato via, sono andate via altre persone. Possono tornare?
“Ci ho parlato ieri con uno di loro, ma alcuni lavorano in altri club. C’è molta gente che c’è qui e devo conoscerla, perché credo che stiano lavorando bene. Devo vedere se la mia idea di futuro coincide con il club. Vengo con il foglio in bianco e con molta voglia di scoprire quello che stanno facendo”.
Era vero che era tutto fatto con l’Arsenal?
“Se fosse stato tutto fatto non sarei qui (ride, ndr). Ci sono state molte proposte però ho dovuto valutare quale fossero le migliori, ma quella del Siviglia mi ha convinto”.