IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) – Monchi in tribuna, Luciano Spalletti in panchina e Francesco Tottia casa. James Pallotta, come sempre, negli States. Domandina facile facile: immaginando la Roma che verrà, quale di questi personaggi vi ha fatto più pensare alla società/squadra del futuro? Monchi, per dirne uno, è appena arrivato, quindi sembra al riparo da lontananze immediate. Jim non conta, perché ha fatto della lontananza il suo stile presidenziale; il Capitano è in scadenza di contratto, fate voi… Resta Lucio, anche se dire resta Lucio appare sempre più azzardato. Tutto ruota e ruoterà intorno a Monchi, in parole povere. Che non ha voluto perdere tempo e, appena sbarcato nella Capitale, si è (ri)messo in viaggio per seguire dal vivo la sua nuova squadra. E sarebbe davvero molto divertente sapere qual è stato il suo giudizio vero, non quello di facciata, dopo aver visto la Roma contro il Pescara ultimissimo in classifica. Si sarà accorto, ne siamo certi, che – al di là del risultato – c’è bisogno di parecchie cose, più giocatori che plusvalenze. Ma, per entrambe le cose, ci sarà tempo. E lui, questo viene raccontato da Trigoria, è stato preso proprio per questo. La priorità, intanto, è stabilire chi sarà l’allenatore della Roma a partire dalla prossima stagione.
LA “CATTIVERIA” DI EDIN Spalletti a forza di non dare risposte agli inviti a restare della dirigenza, trincerandosi continuamente dietro l’ormai famoso Resto se vinco, ha – di fatto – dato il la ad ogni tipo di ipotesi. E pure alle mosse del management di Pallotta. Perché, numeri alla mano, la Roma è assai vicina a chiudere la stagione con zero titoli e Lucio ad un passo dal non avere più alcun presupposto spallettiano per restare. Monchi, il protagonista più gettonato della serata pescarese, lo sa alla perfezione e, seppur da lontano come il suo sponsor Franco Baldini, non è rimasto con le mani in mano. Ecco perché dopo aver annunciato il nuovo Direttore Sportivo, la Roma farebbe un bel colpo se chiarisse – magari in fretta – gli interrogativi legati alla panchina. Sarebbe semplicemente una mossa per anticipare il tempo e/o per non perderne altro. Tutto normale, tutto lecito quando si ha un allenatore sotto contratto soltanto per 66 giorni. Lo sa anche Spalletti, che ieri sera ha capito che a Dzeko non manca la cattiveria (nei suoi confronti, se non altro). Lucio, che da più parti viene etichettato come la prossima guida dell’Inter cinese, conosce le regole del gioco. #Monchiarirà, non è solo l’hashtag di tendenza sul futuro