IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) – «Se giochiamo al massimo e abbiamo un pizzico di fortuna, a San Siro possiamo farcela». Non si dà per vinto, Vincenzo Montella, al termine della gara. E non capisci se le parole servano a convincere l’interlocutore, i giocatori o ancor più se stesso. «Rispetto all’Inter, abbiamo finito in crescendo» continua il tecnico, che non si dice infatti d’accordo con chi gli rimprovera una Roma sulle gambe nel corso del secondo tempo. «Secondo me ci si sofferma troppo sul risultato» ripete anche in sala stampa, dopo aver espresso gli stessi concetti ai microfoni delle varie televisioni. Sembra convinto che la partita avrebbe potuto avere un altro svolgimento se la squadra non avesse mancato le occasioni che le si sono presentate nel primo tempo. «Abbiamo sbagliato gol facili – dice, riferendosi in particolare a quello fallito da Vucinic davanti alla porta. – Mirco non è entrato benissimo su quella palla. Ma è sempre difficile commentare quando un giocatore sbaglia un gol facile. Mi spiace molto per lui, per la squadra e per i tifosi. Aggiungo però che si è impegnato molto, dimostrando forza e coraggio in una situazione non certo facile per lui. Ci ha provato e di questo sono contento».
Alla vigilia, proprio il tecnico aveva sostenuto che per vincere serve mettere in campo la personalità, e non solo il talento. E, a fine gara, non ritiene che i suoi giocatori siano mancati sotto quest’aspetto. «Se uno ha 50 dà 50. Così come una macchina non può andare a 150 se in quel momento, per qualsiasi motivo, non è in grado superare i 100. Sono convinto, però, che quasi tutti si i giocatori si siano espressi al cento per cento delle loro qualità caratteriali ». Torna sulla prestazione complessiva, Vincenzo: «Non abbiamo fatto così male – continua. – Non abbiamo concesso niente all’Inter, se non nel finale, in cui abbiamo perso un po’ le distanze e l’equilibrio. Ci siamo allungati con un po’ di disordine, come era successo anche con il Palermo. Ma è perché la squadra ha cercato di recuperare una partita che sentiva e che non ci stava a perdere. Ci è mancato solo l’ultimo passaggio, così come è vero che abbiamo sbagliato parecchi cross. Ma se qualcosa abbiamo da recriminare è anche con noi stessi».
I tifosi, nonostante tutto, non hanno fatto mancare il loro apporto, a cominciare dalla coreografia iniziale, come non si vedeva da tempo. «Ho imparato a conoscere i tifosi – continua il tecnico. – Quelli veri mi hanno insegnato che hanno una forte passione per la squadra e che a volte riescono a stupirti, soprattutto in quei momenti in cui non te lo aspetteresti. Devo ringraziarli. E sono sicuro che i tifosi veri saranno sempre vicini alla squadra, a prescindere dall’allenatore». Ventitremila per una semifinale di coppa Italia non sono ceerto un dato incoraggiante. «E’ una costante del calcio italiano, questa, non solo della Roma. Certo, i risultati non aiutano. Borriello? ha preso una brutta botta alla testa. Ma l’esito è negativo e non ci sono fratture». Guarda già alla partita di ritorno, l’Aeroplanino. «E’ possibile ribaltare il risultato, a patto di mettere in campo al cento per cento tutte le proprie qualità. Bisogna crederci. E questo passa anche attraverso il campionato, che può darci la giusta convinzione, a cominciare dalla prossima partita con il Chievo».