n un ruolo la Roma è già certa di non doversi più guardare intorno. Ed è un ruolo fondamentale, perché li si decidono spesso anche i destini delle squadre. Da quando però a Trigoria c’è Rui Patricio, si sentono tutti molto più sicuri di prima. Del resto, è dal 2018 che nell’universo giallorosso non c’era quella sensazione di certezze che c’è oggi, da quando cioè la vecchia dirigenza cedette Alisson al Liverpool. Rui Patricio ha dimostrato di essere un suo degnissimo erede. Anche perché in questi quattro anni passati dalla cessione del brasiliano all’arrivo del portoghese in casa giallorossa è stata sostanzialmente una sofferenza continua.
Come riporta la Gazzetta dello Sport, al netto di qualche errore, il bilancio del suo primo anno a conti fatti è ampiamente positivo. Con Rui Patricio la Roma ha trovato anche personalità e carattere, doti che per un portiere sono fondamentali. E che per un motivo o per l’altro sono sempre mancate in questi quattro anni in cui a difesa della porta giallorossa si sono alternati i vari Olsen, Pau Lopez, Mirante e Fuzato.
Il giovane Mile Svilar, 22 anni, che gli farà da secondo e che arriva da svincolato dal Benfica, è l’erede designato. Ma prima di lasciargli il posto a Svilar ce ne vuole, anche perché Rui anche nella ultima stagione ha dimostrato di essere ancora un portiere di massima affidabilità