José Mourinho non parla mai a caso. Dalle sue dichiarazioni infatti si intuisce il malumore nei confronti del club per un mercato insoddisfacente. Il tecnico esprime il suo dissenso con le non risposte, le scelte di formazione e le sostituzioni. Secondo Tiago Pinto la squadra è da Champions League, mentre per lui non lo è perché nonostante la Roma si sia rinforzata, la distanza dalle altre è rimasta praticamente invariata. Tra i due c’è una spaccatura ideologica: alle parole di uno, corrispondono le repliche dell’altro e ognuno mantiene la sua posizione. Roma è bella, ma se non c’è un progetto ambizioso Mourinho può salutare. La Conference League non è sufficiente per un vincente come lui, vuole chiarezza e garanzie. La società lo sa e ha preso tutto il pacchetto: il grande allenatore e lo spietato comunicatore, come dimostrato al termine di Roma-Genoa sulla questione Candela.
Come scrive il Messaggero, l’ex calciatore francese è a Milano e ha avuto solamente un breve colloquio con il club per spiegare la sua buona fede. Nel prepartita invece Mourinho aveva parlato del mercato e delle precedenti dichiarazioni di Pinto: “Un allenatore non deve commentare le parole di un direttore. Se sono d’accordo o no non devo dirlo pubblicamente”, il forte messaggio rivolto alla società. La Roma ha preso due grandi calciatori a parametro zero (Wijnaldum e Dybala), più Belotti, ma il regista tanto richiesto non è mai arrivato, così come il difensore centrale. Schierare Bove, Tahirovic e non più Camara, fa capire quanto il tecnico non sia soddisfatto del mercato di “riparazione”. Fino a giugno può succedere di tutto, ma ad oggi le aspettative del tecnico sono altre. José è una grande occasione e sarebbe pericoloso lasciarsela sfuggire.