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Mourinho: “Dobbiamo vincere e non sarà facile: vogliamo restare in Europa League, se perdiamo siamo fuori. Giocare su un terreno artificiale non è calcio”

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Le parole di Josè Mourinho in conferenza stampa, alla vigilia di Helsinki-Roma:

Che cosa sa della Finlandia?
“E’ la seconda volta che vengo a giocare qui, non mi interessa parlare del paesaggio o del posto. Dobbiamo vincere e non sarà facile. Non guarderemo a ciò che accadrà in Bulgaria, pensiamo solo a noi. All’andata abbiamo giocato la partita undici contro dieci, ma alla fine ho riconosciuto che in parità numerica sarebbe stato molto più difficile. L’Helsinki qui in casa ha giocato partite importanti contro Ludo e Betis, non sarà una passeggiata, non siamo qui in vacanza, stiamo accumulando tante partite, vogliamo andare avanti in Europa League e non vogliamo scendere in Conference dove siamo i detentori del titolo”

Cosa pensa del campo artificiale?
“Non voglio piangere, non darebbe alcun vantaggio. Dobbiamo giocare in queste condizioni e non importa dove sia. Dobbiamo concentrarci solo su questo. In assoluto penso sia oggettivo che giocare su un terreno artificiale non sia calcio, cambia il gesto tecnico. Chi è abituato a giocare qui è avvantaggiato.”

Si è parlato poco dell’Helsinki. Cosa teme di più?
“Non voglio dire temere, ma sapere e conoscere, essere preparati. Dopo la partita di casa ho fatto i complimenti all’allenatore, ho visto la squadra molto ben organizzata. Per dire la verità penso che negli ultimi anni il calcio scandinavo è in grande evoluzione, dieci anni fa o venti tu potevi trovare qualche giocatore forte, ma squadre forti no. Oggi vedi squadre finlandesi, danesi o svedesi molto organizzate, allenatori preparati. Ho risentito questa sensazione all’Olimpico: una squadra che sapeva cosa fare in campo, con una buona identità, 11 contro 11 era una gara difficile per noi. Pensando che domani sarà così, è una partita dove dobbiamo giocare ad alto livello perchè l’avversario è difficile”

Difficoltà a segnare e tanti infortuni, potrebbe essere questa la gara della resurrezione offensiva?
“Quando si parla in maniera positiva sono felice di esaltare i singoli, ma quando l’approccio e le parole che si dicono sulla squadra sono negative, non mi piace parlare per principio dei singoli. Come squadra dobbiamo segnare di più, non voglio parlare dei singoli”

Questo gap di ranking tra Roma e Helsinki si riduce per le difficoltà di segnare e i vostri infortuni?
“Non mi interessa il ranking, c’è il campo e la realtà del momento. Il ranking vale come le statistiche che a volte vengono citate. Gli unici numeri del calcio che non si possono smentire sono i numeri di gol che segni o non segni, dei punti che accumuli se vinci o non accumuli se perdi. Le altre statistiche possono essere interpretate in varie modo, compreso il Ranking i cui criteri per stabilire mi mettono molti dubbi. Chi sta qui e si allena ogni giorno su un campo artificiale ha un vantaggio. Per questo non si capisce perchè non si gioca sul campo con erba naturale che sta accanto. Lo sponsor? E’ una scusa. Lo scorso anno abbiamo giocato due partite sul sintetico, la prima è una sconfitta storica la seconda abbiamo messo la verità, perchè poi abbiamo ammazzato il Bodo all’Olimpico. Domani non abbiamo riscatti, se perdiamo siamo fuori, per questo nessun alibi sul campo”

Nella manovra lei sta avvertendo un po’ più di difficoltà da parte degli esterni nel non saltare l’uomo e creare superiorità numerica?
“No non sono d’accordo. Una squadra che ha problemi di manovra, non crea opportunità da gol. Se nell’ultima sfida contro il Napoli non abbiamo creato 10 opportunità, contro l’Atalanta ne abbiamo create 15. La manovra è positiva, sugli esterni si può dire che a causa degli infortuni non abbiamo avuto continuità, Zalewski ha giocato spesso a destra, Celik si è fermato dopo un mese, Karsdorp operato, Spinazzola sta recuperando dopo un lungo stop. Nel calcio i numeri oggettivi, pratici, sono quelli veri come dicevo prima, abbiamo segnato poco per quello che creiamo”

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