La Roma chiude la sua ultima partita della stagione all’Olimpico in un clima surreale. Il pareggio contro il Venezia ha rovinato una festa organizzata da giorni da club e tifosi: in Curva Sud lo striscione “Coronate i nostri sogni di gloria, forza ragazzi scrivete la storia!” con chiaro riferimento alla finale di Tirana.
Come scrive il Messaggero, in campo una squadra che era pronta a prendersi gli applausi dei 63mila sugli spalti. Invece, in tanti sono andati via al fischio finale e quelli rimasti a festeggiare hanno osannato principalmente José Mourinho. Un tecnico che, nonostante i risultati, è riuscito a ridare entusiasmo e speranza alla piazza. Durante il giro di campo è stato sommerso dall’affetto della gente.
Lui ha sorriso, applaudito e con un’emozione visibile è rientrato nella pancia dell’Olimpico: “Questa gente merita tutto. Hanno trasformato un ringraziamento in una festa”, ha detto incredulo dopo che i giocatori avevan lanciato ai tifosi, su iniziativa del club, magliette e gadget.
“Questa gente è incredibile. Quello che ho visto a Roma, si vede a San Siro dopo che Inter o Milan vincono il campionato. Non penso che nel mondo si veda una cosa del genere se una squadra finisce in classifica nella posizione in cui finiremo noi. Un fenomeno sociale incredibile. Io ho vissuto cose del genere dopo aver vinto il campionato”.
I tifosi della Roma lo hanno conquistato, con lui è nata una forte empatia che può essere alimentata solo con uno sforzo economico della società in sede di mercato: “Di certo non arriverà Mbappé. Ma al di là di quello che succederà, io ho un compromesso con la società e adesso ce l’ho con la gente. Rimango qui, non c’è storia. L‘anno prossimo mi piacerebbe fare un grande salto di qualità in modo che possiamo pensare a vincere lo scudetto. Ma non sarà facile, dovremo fare le cose con equilibrio e migliorare“.