Giovedì sera a Ginevra è arrivata la dura sfuriata di Mourinho sul gruppo o parte di esso accusat di superficialità. Con chi ce l’aveva? Facile pensare ad Aouar, il nuovo arrivato, che in quattro mesi di Roma ha stabilito un record paradossale: pur segnando 2 gol in Serie A, che per un centrocampista non sono pochi, non ha mai convinto l’allenatore, che spesso lo ha punzecchiato pubblicamente proprio per stimolarlo.
Ma anche El Shaarawy, una pepita da estrarre dalla panchina, ha deluso Mourinho nelle occasioni in cui è stato scelto come titolare: contro il Servette, per esempio. A Celik, Mourinho non ha molto da rimproverare: non è un terzino che affronta le partite «in modo superficiale», è semplicemente un calciatore che combatte con i suoi limiti.
Come scrive il Corriere dello Sport, l’accusa più seria è stata rivolta ad alcuni dei fedelissimi. Quelli che «se vanno in panchina in Europa, poi magari entrano senza l’atteggiamento che servirebbe ad aiutare la squadra». E qui è facile decriptare il messaggio: a Ginevra sono entrati in ordine cronologico Pellegrini, Spinazzola e Renato Sanches. Il capitano, che ha avuto anche un colloquio individuale con il capo, ha in effetti faticato tantissimo nei quaranta minuti in cui è stato utilizzato. Ma ha l’attenuante di 52 giorni di inattività, cominciati proprio dopo la partita d’andata contro il Servette e terminati domenica scorsa. Non può ancora essere al cento per cento. Resta da vedere se Mourinho potrà o vorrà aspettarlo. Perché da lui pretende la qualità che è spesso mancata nel centrocampo di questo autunno. (…)