L’esordio di Roberto Mancini è una ventata di aria fresca dopo mesi cupi, bui, rabbiosi. L’Italia della rinascita, copyright dello stesso allenatore debuttante, comincia il lungo viaggio verso l’Europeo 2020 in questo angolo verde della Svizzera tedesca chiamato Appenzello. «Ho buone sensazioni», dice il nuovo stratega nella piccola sala stampa del piccolo stadio di San Gallo. (…) Ma la strada verso la gloria è lunga e accidentata. Intanto stasera, davanti a dodicimila tifosi, quasi tutti immigrati italiani, servirebbe partire con il piede giusto e ritornare a vincere sette mesi e cinque partite dopo l’ultima volta. Il ranking è diventato un piccolo incubo. L’Italia è precipitata al ventesimo posto, mai così in basso e contro l’Arabia Saudita, che inaugurerà il Mondiale con la Russia, l’occasione è propizia. (…) L’Italia del Mancio ha la faccia di Balotelli. «Non so se lo farò giocare. Devo pensare alla partita di venerdì a Nizza contro la Francia dove ci saranno tanti suoi tifosi», prova a bleffare l’allenatore. In realtà, dopo essere stato provato tutta la settimana, il centravanti sarà in campo dal primo minuto. E sarà persino vice capitano. La Nazionale dejuventinizzata, come non succedeva da sei anni, ruota intorno alla cresta ramata di Mario. Che non è più Super, ma è centrale in questo progetto. «È forte, italiano e ancora abbastanza giovane. Se si allenerà bene non ci saranno problemi». (…) In una squadra rinnovata, sperimentale, con l’età media di poco superiore ai 25 anni, in cui spiccano il ritorno di Criscito e l’esordio di Politano, anche la presenza di Insignedimenticato negli spareggi con la Svezia da Ventura. Ma tutti chiedono del campione più atteso, che i vecchi leader mal sopportavano e che i giovani di questo gruppo hanno accolto con simpatia. Quasi fosse un capobranco.
Fonte: Corriere della Sera