IL ROMANISTA – L. PELOSI – Cinquantacinquemila persone per una partita che non c’era. Miracoli che è in grado di fare solo il tifo romanista.
Accadde il 19 ottobre 1997, proprio per un Fiorentina-Roma con Zeman in panchina. Il primo Zeman, con la sua Roma che non solo riempiva gli occhi e il cuore a una tifoseria reduce da Carlos Bianchi, ma che vinceva. Era seconda in classifica, quel giorno, con 11 punti. Due in meno della capolista Inter. Era una Roma entusiasmante, reduce dal 6-2 casalingo contro il Napoli. In tanti volevano andare a Firenze e allora la paura di eventuali disordini fece decidere alla Prefettura di proiettare la partita sul maxischermo dello stadio Olimpico. La pay-tv non era diffusa come oggi e Telepiù acconsentì. Si ritrovarono in cinquantacinquemila. Come una partita in casa, con la differenza che la partita… non c’era e che i posti migliori erano quelli in alto, perché in linea con il maxischermo. Tutti col naso all’insù, quindi, con cori che forse si sentirono fino a Firenze. Finì 0-0 e Balbo sbagliò un rigore. Tanto servì per bollare l’esperimento come “jettatorio”.
Però l’iniziativa fu ripetuta due anni dopo, per un Fiorentina- Roma di sabato pomeriggio, stagione 1999-2000 e Fabio Capello in panchina. La Roma quel giorno vinse 3-1 con una storica doppietta di Cafu. Era al Circo Massimo e non all’Olimpico, con molta meno gente rispetto al primo Fiorentina- Roma. Nel frattempo era arrivata Stream e con lei tante parabole in più sui tetti e sui balconi della città. Di quelle che allontanano dallo stadio, dove fino a due anni prima s’andava in cinquantacinquemila per non vedere la partita (chissà quanti di quei cinquantacinquemila riuscirono a distinguere bene le immagini). Per la cronaca, il maxischermo all’Olimpico fu ripetuto per Perugia- Roma nell’anno di grazia 2000-2001. Fu un altro 0-0 e c’era ancora meno gente. Forse c’erano ancora più parabole. O forse era solo scaramanzia.