IL TEMPO (E. MENGHI) – L’ha scelto due volte, a distanza di tre anni, e l’ha preso come medicina per la delusione: «Nzonzi è meglio di Malcom, ho fiducia in lui: porta un qualcosina in più alla Roma», è Monchi che dopo aver firmato il colpo, «impossibile fino a 10 giorni fa, ma realizzati grazie alla volontà del calciatore e allo sforzo della società», alza la cresta orgoglioso. Il figliol Steven è tornato a «casa», in campo nella seduta pomeridiana è rimasto in disparte mentre i compagni preparavano la sfida di Torino, questione d’inserimento graduate, ma aveva nelle gambe la possibilità di fare un quarto d’ora di partitella e Di Francesco ha potuto subito vederlo all’opera. La convocazione arriverà, se non altro per fargli respirare il clima del ritiro con la squadra, che oggi farà un allenamento tattico alle 10 e domani alle 15 volerà in Piemonte, ma l’esordio in giallorosso potrebbe essere posticipato: «Non voglio dare una data, spero di essere al top presto perché voglio dare il mio contributi. De Rossi? Vedremo se sarò un concorrente diretto o se potrò giocarci insieme come con Kantè in Nazionale. Vincere titoli è difficile, ma è l’obiettivo dei grandi club come la Roma. La mia speranza è di riuscire a raggiungere qualcosa di importante».