MOBILITÀ – Ma ripartiamo dal caos annunciato per lunedì pomeriggio, dopo che anche mercoledì scorso, in coincidenza con la finale di Coppa Italia, non sono mancati i disagi, dal traffico rallentato alle auto rimosse perché erano parcheggiate nelle zone vietate. Paradossalmente l’orario anticipato della gara (Lazio-Juve si giocò alle 20.45, il derby inizierà alle 18) può limitare i contraccolpi sulla mobilità: chi torna a casa dal lavoro potrebbe non incrociarsi con chi va alla partita (presumibilmente a partire dalle 15-16), ma in realtà l’unico salvagente sarà rappresentato dal buon senso dei romani. Chi potrà, si terrà ben lontano dall’area dell’Olimpico.La chiusura delle strade al traffico comincerà attorno alle 16, in un’area che parte da piazzale Maresciallo Giardino e arriva dall’altra parte in via di San Giuliano Antonino. Stop dunque su Lungotevere Diaz e Lungotevere Cadorna, non si potrà neppure percorrere con la macchina Ponte Duca D’Aosta. Spiega il presidente del II Municipio, Giuseppe Gerace: «Per i nostri cittadini sarà un’altra giornata molto difficile, soprattutto per chi abita al Flaminio e al Villaggio Olimpico. Ad aggravare la situazione, il fatto che non stiamo parlando di una domenica, ma del pomeriggio di un giorno lavorativo. D’altra parte ormai siamo abituati ai disagi, visto che quando c’è qualche grande manifestazione mandano in questa zona i pullman dei partecipanti a parcheggiare». Chi si occupa di viabilità prevede ricadute sulla circolazione a vasto raggio, con effetti fino alla Salaria, alla Tangenziale, a Corso Francia, alla Flaminia e alla Cassia.
SICUREZZA – C’è poi l’attenzione massima sul fronte della sicurezza, visto che un derby è sempre un derby. E in questo caso ha anche un valore molto alto per gli equilibri della classifica e l’accesso diretto in Champions. Per questa mattina il prefetto Franco Gabrielli ha convocato il coordinamento delle forze dell’ordine per aggiornare il piano deciso, ad esempio, per la finale di Coppa. Saranno utilizzati almeno 1.500 agenti, non ci sono allarmi specifici(anche perché ormai le tifoserie organizzate non arrivano più a contatto). Semmai il timore è rappresentato da azioni di piccoli gruppi lontano dallo Stadio Olimpico. Alta vigilanza, infine, sul deflusso, carico sempre di incognite.