Ordine dagli Usa, tenere De Rossi. E DiBenedetto vuole Pastore

Ordine dagli Usa, tenere De Rossi. E DiBenedetto vuole Pastore

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GAZZETTA DELLO SPORT (A. CATAPANO) – Immaginate un’auto acquistata al mercato dell’usato, a un prezzo d’occasione, cui va rifatta la carrozzeria. «Per i primi tempi la Roma. sarà un’officina permanente» . Scherza fino a un certo punto Walter Sabatini. Nella scuderia DiBenedetto, il direttore sportivo avrà il compito più delicato: le sue scelte determineranno il livello di competitività e, quindi, le prestazioni della squadra. Nel caso della nostra automobile, se avrà subito un motore affidabile, una linea gradevole, un’aerodinamica efficace.

Transizione Non sarà facile, perché la proprietà uscente lascia pendenze da risolvere subito e impone un budget limitato, circa 40 milioni per la prossima campagna acquisti. Una signora cifra in tempi di fair play finanziario, soprattutto se confrontata con l’austerity della gestione Sensi. Gli obiettivi richiesti a Sabatini sono ambiziosi: ringiovanire la squadra con dieci nuove assunzioni in due anni, abbassare di una decina di milioni il monte ingaggi, amalgamare le dosi giuste di talento, esperienza, personalità. Sabatini ha ben chiaro il profilo dei giocatori da Roma: sei-sette «animali» e quattro cinque «artisti» , li definisce così. I nomi li sceglierà lui, gli è stata data carta bianca, l’esigenza dei proprietari americani la conosce: allestire una squadra che sia subito in grado di tornare sul podio del campionato.

Accelerazione È stato Franco Baldini a fare a DiBenedetto il nome dell’ex d. s. del Palermo. Pur senza incarichi ufficiali, i due sono ormai una coppia di fatto. Contatti frequenti, l’ultimo incontro c’è stato due giorni fa. Baldini ha capito che aria tira a Trigoria e recepito la richiesta di DiBenedetto di ampliare subito il suo coinvolgimento e, se possibile, accelerare l’arrivo. Molto meglio sarebbe a giugno. Per questo sta trattando con la federazione inglese in modo da esserci il giorno della presentazione ufficiale della nuova Roma.

Prime mosse Baldini e Sabatini hanno raggiunto un’intesa sul profilo dei calciatori da comprare: giovani, intelligenti, talentuosi. Con Javier Pastore Sabatini ha una corsia preferenziale. Un contatto tra i due c’è già stato, sicuramente. Il d. s. gli avrebbe prospettato un ingaggio da un milione e mezzo netti. Chissà cosa ne pensa Zamparini, ieri ha ribadito che il suo gioiellino resterà al Palermo. La nuova Roma ripartirà da Totti, che ha già avuto modo di mettersi in contatto con Baldini, e da Vucinic, cui presto sarà proposto un rinnovo con adeguamento contrattuale. Ora l’intenzione è confermare anche Daniele De Rossi, anzi farne un simbolo del progetto, ma a cifre ragionevoli e soltanto se lui ne sarà convinto. Delineato pure l’identikit dell’allenatore: un insegnante di calcio, «uno che pensi alla Roma 24 ore al giorno» . Per questo si è tentato, e si sta ancora tentando, di inseguire Villas Boas. Baldini lo ha visto due volte, al secondo incontro il tecnico aveva già studiato vita, morte e miracoli di tutti i calciatori romanisti. Un maniaco, proprio come Mourinho. Il portoghese (che ieri ha smentito tutto) affascina più di Carlo Ancelotti, il quale, oltretutto, quando fu sondato la prima volta rispose no, e più di Arsene Wenger, bravo a crescere i giovani ma troppo Al giocatore del Palermo è stato proposto un ingaggio da 1,5 milioni. E anche Totti si è già confrontato con la nuova dirigenza manager per le esigenze della Roma. La scelta dell’allenatore si sta rivelando un esercizio difficile, perciò Montella può ancora giocarsi le sue carte, nonostante le ultime uscite.

Pronti, via! Ieri la nuova HoldCo ha celebrato il suo primo Cda. I sei mesi iniziali saranno come i primi cento giorni di un governo: daranno l’imprinting al progetto, il senso della prossima legislatura. La presidenza DiBenedetto (con l’alleato Uni-Credit) durerà almeno cinque anni, il minimo per raggiungere gli obiettivi prefissati: fare della Roma un marchio globale con sponsor internazionali (la Nike si è già proposta), sfruttarne al massimo il merchandising, dotarla di uno stadio di proprietà, renderla una media company. Tutto questo, gradualmente, dovrebbe aumentare i ricavi e sollecitare le vittorie. Non si potrà continuare a vivere di soli diritti tv, anche se bisogna cavare il massimo pure da quelli. Thomas DiBenedetto non si è ancora insediato, ma ha già affidato la sua strategia in Lega alla Open Gate di Tullio Camiglieri: più che incassare la cifra migliore, l’americano spera di ridurre la distanza dalle altre grandi. Mica scemo.

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