IL ROMANISTA – V. META – Odio i lunedì. Da buon amante del rock, Daniel Osvaldo non avrà faticato a fare sue le parole di Vasco Rossi, che ben si attagliavano al suo stato d’animo, nero come il cielo piombato sulla città all’alba del giorno dopo di una domenica nerissima. L’attaccante è tornato da Genova con il morale a terra («adesso mi volteranno tutti le spalle», ha detto a Roma Channelsubito dopo la partita) e al ritorno a Trigoria ha trovato ad aspettarlo pure qualche tifoso armato di uova (e non i sassi di cui inizialmente si era parlato). Archiviata la domenica con una frittata mancata, l’odioso lunedì è cominciato con il messaggio affidato a Twitter, che di solito Osvaldo utilizza per condividere canzoni: «Sono molto amareggiato – ha scritto -, vorrei chiedere scusa a tutti i tifosi, non volevo assolutamente mancare di rispetto a Francesco. Ma semplicemente me la sentivo di tirare, magari con un gol tante volte torna la fiducia in te stesso, quella che al momento mi manca».
Gol che a ben guardare non gli manca poi da così tanto tempo, perché il digiuno dura da due sole partite, un po’ presto per un centravanti per provare qualcosa di più di un comprensibile fastidio: l’ultimo lo ha segnato due settimane fa al Dall’Ara contro il Bologna. Il problema semmai è che avrebbe potuto farne almeno un altro, mentre per lunghi tratti delle due gare in cui non è andato a segno, si faticava ad accorgersi della sua presenza in campo. A Marassi stesso copione, con in più l’aggravante del rigore sbagliato calciandolo malissimo, dopo aver preteso di batterlo, episodio che ha fatto infuriare i tifosi e che ha lasciato perplesso perfino Francesco Totti.
L’errore ha scosso parecchio sia lui sia la Roma, che ha rischiato di incassare il raddoppio, puntualmente arrivato cinque minuti più tardi. Non che la colpa fosse sua, ma certo sull’1-1 forse le cose sarebbero andate diversamente. Inutile pensarci il lunedì, comunque. «Nessuno più di me può sapere come mi sento ora – scriveva ancora Osvaldo – . Ma troverò insieme ai miei compagni la forza per guardare avanti e uscire da questa situazione. Siamo forti e torneremo a vincere. Chiedo scusa ancora una volta. Io a questa maglia ci tengo tanto. Sempre Forza Roma». Le scuse ripetute per due volte rendono bene il senso di oppressione: le responsabilità sono di tutti, ma per lui pesano un po’ di più. “Perché restare, restare soli fa male anche ai duri. Loro non lo dicono, ma piangono contro i muri”.
Almeno di questo, però, Osvaldo non deve preoccuparsi, perché se le critiche gli sono piovute addosso in modo piuttosto copioso, prontissima è stata la solidarietà dei compagni di squadra. Daniele De Rossi il rigore non aveva neanche voluto guardarlo, eppure quando è andato a parlare alle tv, le prime parole sono state proprio per lui: «Gli volteranno tutti le spalle? No, di questo può stare sicuro: qui nessuno lo lascerà solo. Gli errori possono capitare, lui ha voluto battere il rigore per tirare fuori la squadra e se stesso da un momento difficile. Lui e Francesco sono miei grandi amici, gli resteremo tutti accanto».
Solidarietà espressa, sempre su Twitter, anche dal brasiliano Dodò, un altro che dopo Roma-Cagliari di critiche ne aveva ricevute eccome: «Siamo con te Dani, tutti». A Genova era arrivato senza riuscire a liberarsi di una dolorosa contusione al ginocchio rimediata nell’allenamento di venerdì, che alla vigilia sembrava potesse addirittura costringerlo a dare forfait. Il lunedì nero di Osvaldo se l’è portato via il temporale, magari insieme a un po’ della sua amarezza. Da oggi si comincia a pensare alla Juve, partita troppo complicata per poter essere considerata una semplice occasione di riscatto personale. All’andata è stato lui a segnare il gol che accorciò momentaneamente le distanze, prima che Giovinco chiudesse i conti sul 4- 1. Era un calcio di rigore, toccò a lui perché Totti era uscito al 18’ della ripresa. “Buoni però quei duri…”