LA REPUBBLICA (G. CARDONE/F. FERRAZZA) – Dal summit di Boston esce rafforzata l’idea che sia necessaria una restaurazione nella Roma che parta da un management italiano dentro Trigoria. Sia dirigenziale, sia tecnico. E sia sportivo. Per questo per la società giallorossa si defila sempre più l’idea di avere come consulente esterno Campos (che ha una clausola, non esercitata dal presidente del Lille, per liberarsi a un mese dalla scadenza del contratto) e avanza la candidatura di Petrachi, ora al Torino, e pronto a lavorare con Massara. L’attuale direttore sportivo ad interim non avrebbe alcun problema dividere la poltrona con l’eventuale nuovo uomo-mercato giallorosso – il cui nome da settimane è caldeggiato dal nuovo amministratore delegato, Guido Fienga – convinto che l’ottima conoscenza delle dinamiche del calcio nostrano di Petrachi, sia un vantaggio enorme rispetto, per esempio, alle tante difficoltà trovate da Monchi.
Italiana dovrà essere anche la panchina (questa la direttiva che sembra mettere d’accordo tutti, da Baldini a Totti), e su questo fronte i tempi sono destinati ad allungarsi. Il sogno è Conte, contattato dalla dirigenza giallorossa – compreso lo stesso Totti – e molto amico proprio di Petrachi, la cui presenza dentro Trigoria potrebbe essere un lasciapassare importante per il tecnico ex Chelsea. Ma l’altro nome caldo, sempre legato al Chelsea, è quello di Sarri, che vorrebbe peró restare a Londra e il cui (eventuale) divorzio dal club inglese non sembra cosa per nulla facile, né imminente. Restano, sotto a queste, le opzioni meno suggestive – vedi Giampaolo oppure Gasperini – appena sopra le quali potrebbe spuntare a sorpresa la conferma di Ranieri. L’attuale allenatore della Roma – in caso di miracolosa qualificazione al quarto posto – diventerebbe una reale soluzione giá pronta per l’uso in casa, con i giocatori che lo stimano e una base di partenza gettata già in questi mesi. “Abbiamo iniziato a giocare meglio con mister Ranieri”, l’ammissione di Under, specchio di una fiducia che il mister testaccino si sta conquistando gradualmente.
Il futuro italiano dovrà passare però da una squadra sempre più tricolore, e per questo motivo Pallotta ha dato mandato di blindare Zaniolo, con un contratto nuovo (l’ingaggio gli verrà triplicato) e fissando un prezzo per la vendita del ragazzo di 100 milioni di euro, che equivale a renderlo incedibile. Almeno per la prossima stagione, individuando in lui il simbolo da cui ripartire