IL MESSAGGERO (S. ANNIBALDI) – Il sindaco, la banda e tante bandiere giallorosse in mano. La piazza di Poggio Nativo non è la curva sud ma l’affetto con il quale i cittadini del piccolo comune sabino attendono di abbracciare James Pallotta, il socio forte del nuovo patron della squadra capitolina Thomas DiBenedetto, non teme confronti. Le origini del miliardario americano sono proprio di Poggio Nativo, dove l’ultima volta è tornato otto anni fa, in compagnia delle sorelle.
La nonna materna di Pallotta, una Savioli, è nata e cresciuta nel grazioso borgo sabino dove il papà gestiva un mobilificio. Luisa Savioli emigrò poi con la sua famiglia negli States nel 1909, all’età di soli quattro anni. Ma ha sempre mantenuto contatti con la sua terra d’origine. E ora, dopo l’operazione che ha portato la proprietà dell’As Roma al di là dell’Atlantico, il piccolo comune sabino (poco più di duemila anime) attende con ansia il ritorno in paese di James Pallotta che da Boston, già a inizio estate, arriverà nella Capitale insieme al socio Tom DiBenedetto.
«Lo aspettiamo con trepidazione – dice il sindaco Vittore Antonini, da sempre fervente cuore giallorosso – e al di là delle sue origini, rimarcate anche domenica scorsa proprio nell’intervista rilasciata a Il Messaggero, e che ha dimostrato di non aver certo dimenticato, vorremmo ancor più cementare e ricambiare un legame di stima e di affetto che da sempre unisce James Pallotta al nostro paese. Un personaggio del genere merita di essere insignito della cittadinanza onoraria, cosa che mi riprometto di fare al più presto, contattandolo tramite le sue sorelle in America».
Dal mobilificio dei Savioli, di proprietà del bisnonno a Poggio Nativo con l’attività poi trasferita all’inizio del secolo scorso a Roma – e che attualmente è gestita da suoi parenti che hanno continuato la tradizione nella zona Talenti – James Pallotta è diventato in pochi anni uno degli uomini più ricchi di Boston. Un uomo ricco ma da sempre amante dello sport.