IL MESSAGGERO (R. DIMITO) – James Pallotta valuta la As Roma 800 milioni che, al netto dei 270 milioni di debiti, può fruttare un prezzo di 530 milioni. Più un’aggiunta (earn out in linguaggio tecnico) legata al progetto Stadio se mai si facesse. E’ questo l’ordine di grandezza sul quale Goldman Sachs e lo studio legale Chiomenti, advisor del patron del club giallorosso, stanno conducendo il processo di vendita raccogliendo manifestazioni di interesse: finora ne sono pervenute circa 20, da tutte le parti del mondo, nessuna italiana.
In parallelo a questa procedura, ecco, giorni fa, l’irruzione di Dan Friedkin, uomo d’affari californiano, importatore del marchio Toyota che attraverso due emissari da qualche giorno nella capitale, vuole aggirare la procedura di vendita e fare un’offerta al più presto bruciando la concorrenza.
AGGUERRITI Ma i competitor, almeno alcuni di essi, sono molto agguerriti. Ci sarebbe innanzitutto una vecchia conoscenza italiana del mondo del fashion: Mayhoola for Investments, della famiglia reale del Qatar che a luglio del 2012, ha acquisito per 850 milioni il controllo di Valentino, a giugno 2016 la casa di moda francese Balmain, aggiungendo un marchio favorito da Kim Kardashian e il mese dopo la griffe Pal Zileri. Ma la squadra di Nicolò Zaniolo fa gola anche altri investitori del golfo. C’è Qatar sport investments, proprietario del Paris Saint Germain ed è di proprietà della Qatar Investment Authority (Qia) che nel 2010 stava scalando UniCredit e ha messo le mani a Milano sul Progetto Porta Nuova; Mubadala Development Company, veicolo d’investimento del governo di Abu Dhabi, che anch’esso ha rapporti ancora in corso con Unicredit dove ha il 4,9%; poi c’è Adia, fondo emiratino che assieme Gic (Singapore) ha il 45% di Cellnex, la società della torri di Edizione (Benetton) e spesso è interessato in deal italiani.
A parte il mondo arabo, il dossier è sul tavolo di molti fondi di investimento internazionali che stanno valutando il da farsi. Goldman Sachs che da quattro anni è vicina alla Roma è ha i 2/3 del debito della società di calcio, punta entro Natale a raccogliere le offerte non vincolanti, sempre che nel frattempo, non ci sia un’accelerazione con Friedkin, che è assistito da JpMorgan, banca d’affari americano dove il plenipotenziario per Europa, Medio Oriente e Africa è Vittorio Grilli, ex dg del Tesoro.
LA PRESENTAZIONE Nel giro di qualche settimana dovrebbe avvenire la management presentazione che è la presentazione del top management della società ai pretendenti: è una delle tappe tradizionali di queste operazioni di vendita delle società. Consente ai pretendenti di conoscere coloro che guidano la Roma, apprendere dalla loro voce i piani di sviluppo, interrogarli sull’andamento del club al di là dei numeri ufficiali.
La As Roma, quotata in Borsa, è controllata da Pallotta tramite Raptor, una finanziaria Usa che ha il 79% della società di calcio, a sua volta posseduta attraverso Neep holding. Quest’ultima è una scatola sopravvissuta dal 2010, quando Unicredit conquistò la maggioranza nell’ambito della ristrutturazione del gruppo Sensi. A seconda di come verrà strutturata la cessione del club, potrà dipenderà lo svolgimento di un’opa. Pallotta è disponibile a cedere una minoranza e la maggioranza. Il prezzo lordo per il 100% di 800 milioni è un multiplo di circa 3,5 volte il valore dell’attivo del club pari a 220 milioni.