Lorenzo Pellegrini, centrocampista della Roma, ha tracciato un bilancio della stagione ai microfoni di asroma.com e parlato del prossimo impegno europeo contro il Siviglia:
Contro la Juventus si è concluso il campionato della Roma: che giudizio ti senti di dare al vostro torneo?
“In generale la prima parola che mi viene in mente è ripartenza. Quest’anno ho visto qualcosa di diverso in tutto l’ambiente. Abbiamo cambiato un allenatore, ci siamo conosciuti con i nuovi arrivati e il campionato che ne è venuto fuori non è stato né ottimo, né pessimo. Se pensiamo a quello che avevamo fatto vedere nella prima parte della stagione forse avremmo potuto piazzarci qualche posizione più in alto, ma secondo me abbiamo dimostrato delle buone cose”.
Cosa ha portato al gruppo l’arrivo di un allenatore come Fonseca?
“Personalmente quello che apprezzo di più del mister è che è un allenatore ambizioso, con tanta voglia di vincere e di crescere, ma riesce ad affrontare tutte queste cose con la massima serenità. Non è scontata questa cosa, a volte in quel ruolo si rischia di vivere certe situazioni con ansia e tensione, ma lui riesce a trasmettere davvero tanta serenità e lo stimo molto per questo. Tecnicamente, poi, secondo me ha già dimostrato di essere un grande allenatore”.
C’è un match che secondo te ha fatto davvero vedere cosa è in grado di fare questa Roma?
“Secondo me ce ne sono stati diversi. Contro l’Inter all’Olimpico abbiamo giocato una partita incredibile, tatticamente e dal punto di vista fisico. Poi l’abbiamo pareggiata per un episodio sfortunato, ma è stata una sfida giocata molto bene contro un’avversaria forte. Un’altra che tutti ricordano è quella di Firenze, l’ultima del 2019: è stato un match perfetto secondo me, nel quale siamo stati cattivi, ma abbiamo giocato per tutta la partita con serenità. Sono questi i dettagli che ti fanno capire come questa sia una grande squadra, che può migliorare con il tempo”.
C’è una partita che invece vorresti rigiocare?
“Juventus-Roma di Coppa Italia, potevamo ambire a qualcosa di più in quel torneo, ma abbiamo incontrato subito loro dopo il Parma: quella partita la vorrei rigiocare, perché è arrivata nel momento più difficile della stagione. Nello stesso momento arrivò il Derby, che fu negativo per il risultato finale, ma anche in quel caso giocammo molto bene, le occasioni furono davvero tante e fu scandaloso pareggiare quella partita”.
Hai fatto nove assist decisivi ai tuoi compagni in questo campionato, cosa ti ha permesso di fare così bene da questo punto di vista?
“Tante cose. A livello personale sono cresciuto, grazie alle diverse partite giocate e agli errori commessi in passato: solo in questo modo si impara. Anche il mister è stato molto importante, ha capito che spostandomi un po’ più avanti avrei reso al cento per cento, per sfruttare al massimo le mie qualità. Poi c’è l’intesa con i compagni: molti mi conoscono, sanno come mi muovo, come penso, che li guardo sempre. Non a caso a Edin ho fatto più assist di tutti e lui mi conosce da diversi anni”.
Hai giocato principalmente in due ruoli in questa stagione: davanti alla difesa e dietro la punta, come cambia il tuo stile di gioco in base alle due diverse posizioni? Ce n’è una che preferisci?
“Preferisco giocare un po’ più davanti, mentre da mediano devo migliorare in fase di non possesso, nel fare schermo ai compagni dietro. Con il nuovo sistema di gioco, però, giocare nei due davanti alla difesa sarebbe diverso, perché i due mediani si schierano un po’ di più in verticale e io potrei ricoprire il ruolo di quello che si schiera più avanti: mi permetterebbe di toccare tanti palloni, la cosa che mi dà più fiducia durante le partite e che mi fa crescere minuto dopo minuto”.
Come stai fisicamente? Il mister ci ha raccontato recentemente che questa non è stata una stagione molto felice per te da questo punto di vista.
“È stata una stagione un po’ travagliata. Sto lavorando molto per lavorare fisicamente e per evitare problemi muscolari. Però devo dire che sono stato sfortunato, perché mi sono rotto il piede a Lecce e quello stop non mi ha permesso di trovare la continuità atletica: con un fisico come il mio fermarsi in quel modo è stato un limite, perché uno come me per arrivare al cento per cento ha bisogno di giocare tanto. Ora fisicamente sto molto bene, il mister mi ha dato la possibilità di scendere in campo per un mese e mezzo con continuità”.
Come stai dopo l’intervento al naso? È difficile scendere in campo con la mascherina?
“Sto bene, mi sto riprendendo. Saranno importantissimi questi due giorni che precedono la partita per migliorare la respirazione, questa è la cosa che mi preme di più. La mascherina si può portare tranquillamente, non posso lamentarmi, la indosso senza problemi per giocare un ottavo finale di Europa League: voglio mettermi a disposizione dei miei compagni”.
Come sta la squadra mentalmente? Gli otto risultati utili consecutivi sembrano aver consolidato ancora di più il gruppo: è così?
“Stiamo bene. Anche nei momenti difficili, quando abbiamo perso tre partite di seguito, qui a Trigoria c’era la sensazione che le cose sarebbero andate sicuramente meglio. Per carità, quelle tre sconfitte alla fine non ci hanno permesso di poter dare fastidio a chi si è classificato prima di noi, ma in generale siamo riusciti a dimostrare di essere un grande gruppo, non ci sono mai stati problemi qui dentro. Qualche episodio di cui si è parlato è stato molto ingigantito all’esterno”.
Pesa davvero di più la maglia della Roma se sei un tifoso nato e cresciuto in questa città?
“Per me essere qui e indossare questa maglia non è un peso, è un onore. Io sono cresciuto qua dentro e devo tanto alla Roma. È davvero un orgoglio, per me e la mia famiglia. Non devo mai guardare indietro, devo solo concentrarmi per migliorarmi e per poter portare alla Roma il miglior Lorenzo possibile. Non voglio essere paragonato a nessuno, ma non voglio nemmeno evitare le critiche: ci stanno, è il nostro lavoro, so che ci si aspetta tanto da me, giustamente. Io cerco sempre di prendere il lato positivo delle cose, per provare a migliorare e per diventare più forte”.
A marzo siete passati da una probabile trasferta a Siviglia al lockdown, tutto in pochi giorni: che periodo è stato quello vissuto lontano dal campo da gioco?
“Umanamente non è stato semplice, è stato un periodo assurdo, non è facile reagire a qualcosa di unico, di inaspettato, un nemico sconosciuto che ci veniva raccontato solo sui giornali. Chi ha sofferto davvero, però, è chi ha perso un familiare, un amico, un affetto, chi ha lavorato in prima linea. Non dobbiamo dimenticarci quello che abbiamo vissuto e delle persone che non ci sono più. È giusto riprendere la vita, ma lo sguardo deve sempre andare al passato, per evitare di fare stupidaggini e per non abbassare la guardia. Bisogna pensare a chi ha perso la vita per questa cosa”.
Fra due giorni si affronta il Siviglia, che Roma vedremo?
“Secondo me vedremo una grande Roma, abbiamo preso una delle due squadre più forti della competizione, è vero, ma sono certo che faremo una grande partita, per l’atteggiamento e la voglia di vincere: ci teniamo tanto e dovremo dimostrarlo sul campo”.
Che margini di crescita vedi in questa squadra, anche in vista della prossima stagione?
“I margini di miglioramento sono importantissimi, abbiamo fatto vedere delle belle cose, a volte non ci siamo riusciti e questa è stata una nostra pecca, ma la continuità la possiamo trovare soprattutto nella mentalità e nel modo di lavorare ogni giorno. Speriamo di riuscire a crescere tutti insieme e di poterci togliere qualche soddisfazione”.