Non bisogna aspettarsi miracoli dalla medicina: l’infortunio di Paulo Dybala è serio e come tale va trattato. Metabolizzata la notizia, tra il dolore al tendine lacerato e il dispiacere di aver perso ancora una volta l’aereo per l’Argentina, Dybala sta chiedendo pareri sulla terapia giusta da seguire. E’ sbarcato a Roma per l’unità di crisi anche il procuratore, Carlos Novel.
Purtroppo, un giorno in più o un giorno in meno non cambiano la sostanza del recupero, che sarebbe comunque più rapido se venisse definitivamente abbandonata l’ipotesi dell’intervento chirurgico. La cosiddetta terapia conservativa, che dovrebbe includere l’innesto dei fattori di crescita che attraverso sangue endogeno centrifugato facilitano la rigenerazione dei tessuti, impone comunque almeno 25 giorni senza avvicinarsi a un pallone.
Poi viene la parte del lavoro sul campo che, se non sopraggiungono intoppi, gli dovrebbe consentire di rientrare prima della fine della stagione. Le prime indiscrezioni circolate aprivano alla possibilità che Dybala dovesse saltare solo due partite, quella di Lecce e quella successiva contro la “sua” Juventus. Ma anche il derby, che è in programma appena 28 giorni dopo l’incidente capitato durante Roma-Cagliari, è una chimera, cosi come la sfida al Verona del 19 aprile. Nella migliore delle prospettive Dybala potrà tornare tra i convocati per la trasferta di San Siro contro l‘Inter. Ma deve appunto filare tutto liscio nel percorso di riabilitazione, clinica e atletica. Molto, poi, dipenderà dalle sue sensazioni: Paulo in questo momento è sotto shock, come dimostrano le lacrime inarrestabili che le telecamere hanno documentato domenica scorsa. (…) Lo scrive il Corriere dello Sport.