Diego Perotti, questa mattina prima dell’allenamento ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Roma Radio. Queste le sue parole:
Quest’anno ti mancherà il tormentone della gara dei rigori con Peres…
Dispiace sia andato via, ma è il calcio.
Che significa iniziare di nuovo? Che sensazioni hai?
La sensazione di ricominciare è sempre la stessa. Specialmente quando c’è il Mondiale e hai più giorni di vacanza ti manca. A fine stagione vuoi riposarti, sei stanco perché è stata una stagione lunga, ma dopo due-tre settimane anche se ti alleni da solo non è uguale. Quando non ti alleni con i tuoi compagni non è uguale, ti manca un po’. Io quasi non ho avuto vacanze perché è nato il bambino, non sono riuscito ad andare in Argentina, sono rimasto a Roma. Non puoi fare tanto per via del bambino piccolo, fa caldo, non ho avuto le solite vacanze. Mia moglie mi ha detto che vado in vacanza ora (ride, ndr). Nel mio caso, la cosa peggiore è stata il bambino grande, che è stato geloso, non dormiva come al solito, è stato peggio del piccolo.
Anni fa un giocatore veniva a dormire a Trigoria ogni sabato per via dei tre figli molto rumorosi…
Uno vuole stare con loro, ma la notte dobbiamo dormire e riposare perché sennò arrivi qui al mattino e non riesci a lavorare, specialmente qua in ritiro quando bisogna fare le cose in maniera ancora più forte.
E’ un ritiro diverso da quello dello scorso anno, vi sentite più pronti rispetto all’anno scorso?
Sì, certo. Dopo un anno di lavoro uno più o meno trova quello che cerca il mister. Sicuramente iniziare daccapo tutti insieme tranne Fede e Alex è importantissimo. Questo è il momento più importante della stagione. Fai l’allenamento ora per giocare mercoledì e domenica, prendere le informazioni che dà il mister e stare tutti insieme sopratuttto coi nuovi acquisti, questo periodo è fondamentale.
E’ arrivato un tuo connazionale bravino…
Con la partenza di Radja c’era bisogno di riempire quella zona di campo, l’hanno fatto molto bene. Ieri abbiamo visto il primo allenamento dei nuovi e si vede che hanno qualcosa, ci aiuteranno molto.
Ieri le prime discussioni già…
Quella è colpa di Kostas e Kevin, che litigano tra di loro e con i compagni (ride, ndr).
Che campionato sarà? Vi sentite più forti?
Penso che di essere arrivati in semifinale di Champions ha dimostrato quello che siamo capaci di fare e che non è stata una casualità. Passare da primi contro squadre forti, il risultato contro lo Shakhtar e il Barcellona, quasi rimonti contro il Liverpool, non è una casualità. Dobbiamo cominciare da quello e da quanto fatto in campionato, essere consapevoli che non possiamo perdere certi punti. Lo abbiamo detto sempre che dobbiamo avere equilibrio nel fare partite contro grandi squadre e non perdere punti contro le squadre più semplici. Fare il ritiro qua è meglio, c’è tutto. Hanno fatto delle camere bellissime, c’è la palestra e la zona recupero. Non c’è niente di meglio. Tutti la pensano come me, dobbiamo allenarci forte, arriverà una stagione lunga come quella dell’anno scorso e dobbiamo essere tutti pronti.
Anche i nuovi rimangono a bocca aperta vedendo Trigoria…
Sì perché è tutto nuovo. Le camere, la zona acqua, la palestra, lo spogliatoio nuovo. Io preferisco fare l’acqua, mi rinfresco. Sento che mi dà più risultato. Non possiamo lamentarci, dobbiamo allenarci e non cercare scuse.
Hai visto il Mondiale?
E’ stata una delle emozioni negative più forti avute in vita mia, anche se nel calcio ho vissuto dei brutti momenti. Sono rimasto fuori due volte, perché quando Lanzini si è fatto male pensavo di essere ancora più vicino rispetto a prima, era la sensazione che mi arrivava. Anche Fazio mi ha detto questa cosa ma dopo, quando hanno scelto Perez non mi ha voluto dire niente, quando era passato il brutto momento ne è arrivato un altro. Sono stato solo una settimana in Argentina per il compleanno di mia sorella che compiva 15 anni, alle sei del mattino mi hanno cominciato a chiamare come se fossi dovuto andare, ma poi sono rimasto fuori dal mondiale e per me è stata una botta dura. Vederli andare fuori in tv mi è dispiaciuto, soprattutto per Fede.
Per gli argentini la nazionale è molto importante…
Io la vivo in maniera diversa, il Mondiale è ogni 4 anni e io ne faccio 30 tra venti giorni, ci proverò ma sono consapevole di cosa significa avere 33-34 anni rispetto ai ragazzi che vengono adesso. E’ difficile, se non ci sono riuscito adesso dopo ave giocato qua, essere arrivato e aver fatto gol in semifinale di Champions la vedo dura. Sono momenti che passano nella vita e forse non si trovano più. Il calcio è così, in Argentina ci sono tanti giocatori e non è facile.
E’ importante per voi iniziare col gruppo fin da subito?
Sì, alla fine anche se più o meno sai quello che vuole il mister non è lo stesso se arrivi 20 giorni dopo, anche per la tua preparazione. A casa quando sei un po’ stanco molli un po’, la testa ti fa fare cosi. E’ importante essere qua, stare con loro e fare il ritiro a casa nostra, è il momento di lavorare, correre e sopportare il campo, lo facciamo con la consapevolezza di poter fare un bell’anno.