IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) – Ventuno tiri totali, 11 in porta, 10 fuori, un solo gol fatto. Roma-Chievo è tutta qui. All’Olimpico, nel grigio (non solo per il cielo) anticipo delle 12.30, la squadra di Montella raggiunge l’obiettivo minimo, i tre punti necessari quantomeno a sperare di rincorrere ancora un posto Champions, ma non riesce a mettersi alle spalle tutti gli errori delle ultime partite. Quindi ancora tante (troppe) occasioni fallite sotto porta, nel giorno che doveva essere quello della festa di Francesco Totti (il migliore, nonostante non sia riuscito a raggiungere Baggio a quota 205 gol in A) e che invece è solo quello della gioia dell’ex Perrotta e dei timidi applausi a Vucinic e Menez. Non è tanto, ma per la Roma attuale può bastare. Anche perché ieri, con tutte le occasioni fallite, il rischio della beffa era dietro l’angolo. In uno stadio con 25mila spettatori, il primo rammarico porta la firma di Pierpaoli che al 2’ annulla un gol di Totti fischiando un fuorigioco che non c’è, visto che ad essere in off side è Vucinic. Ci pensa allora al 4’ Perrotta, servito da De Rossi, a battere Sorrentino. Lo stadio prima applaude, poi ci pensa la Sud a ricordare che «giocate quando ve pare». E giù fischi, fino a che, sempre la Sud, decide di fare una distinzione e inneggia al Capitano.
Da quel momento, la partita scorre nel silenzio più completo, a parte qualche fischio quando Menez subisce un tunnel da Bogliacino. Al 14’ Vucinic, solo davanti a Sorrentino dopo un assist morbido di Totti, spara addosso al portiere del Chievo, fallendo l’ennesimo gol fatto di questa stagione. Al 17’ il montenegrino ancora protagonista, con un sinistro mandato direttamente in Curva Nord dopo l’ennesimo assist di Totti. Persino il volto di Ilary Blasi, in tribuna, tradisce una smorfia di disappunto. Al 30’ ancora Roma dalle parti di Sorrentino, con Burdisso che di testa manda alto sopra la traversa. Poco dopo la partita viene interrotta per qualche minuto perché l’arbitro Pierpaoli accusa un problema alla caviglia: i giocatori ne approfittano per bere, Montella per dare indicazioni a Vucinic, lo stadio continua nel suo silenzio assordante tanto che si sentono cantare i cinquanta tifosi del Chievo.
Quando riprende la partita, il primo tiro è di Totti dal limite dell’area, con Sorrentino bravo a bloccare. Dal limite dell’area ci prova anche Menez, il cui destro sfiora il palo, e per la prima volta prende anche qualche timido applauso. Lo stesso succede a Mirko Vucinic che di sinistro manda a lato poco prima della fine del primo tempo. Il secondo comincia con la Sud che riempie anche le file più basse, vuote nel primo tempo, e inizia a cantare. Il Chievo entra in campo un po’ più deciso, la Roma invece non costruisce azioni degne di questo nome e per un soffio non subisce il pareggio con il neo entrato Uribe che solo davanti a Doni manda a lato. Al 12’ ecco di nuovo la Roma: ancora Vucinic, dal vertice sinistro dell’area, prova a sorprendere Sorrentino, ma il suo tiro non inquadra lo specchio. Lo inquadra eccome invece Menez un secondo più tardi che però, a portiere battuto, viene fermato dal palo.
La Roma è anche sfortunata: Vucinic ci prova ancora, con Sorrentino bravo a togliere il pallone da sotto la traversa, poi tocca a De Rossi, il cui tiro è debole. Il portiere del Chievo si esalta e prima respinge anche un tiro potente di Totti, poi toglie il pallone dai piedi di Vucinic. Lo stadio capisce che la Roma si è svegliata e prova a spingerla verso il raddoppio, che però non arriva. La porta si Sorrentino sembra stregata visto che anche Juan, ancora di testa, manda di poco alto sopra la traversa. La stessa traversa, poco prima, era stata scheggiata da Sardo, a un passo dall’autogol. Montella cambia ancora: fuori Menez, in un misto di applausi e fischi, e dentro Taddei.
Nel recupero la Roma si divora un altro gol, con Brighi che, entrato al posto di Perrotta e mandato in porta, neanche a dirlo, da Totti, manda il pallone fuori. All’ultimo minuto il Capitano trova ancora la forza per provarci, ma il suo sinistro non inquadra lo specchio della porta. Siamo sotto la Sud, il Capitano scuote la testa, lo stadio lo applaude nel più caldo – e doveroso – degli abbracci. Finisce così: l’appuntamento con Baggio è soltanto rimandato, quello con la Champions si può ancora sognare. Visti gli altri risultati, è a soli quattro punti.