CONFERENZA STAMPA – Tiago Pinto ha parlato in conferenza al termine del calciomercato estivo:
Un grande mercato per la Roma, consegnate all’allenatore un instant team con giocatori di grande esperienza. E’ il momento di prendersi la responsabilità di dire che questa è una squadra che ha il dovere di lottare per lo Scudetto?
“Volevo ringraziare in primis tutte le persone del club che hanno lavorato con me, da fuori sembra divertente il mercato, ma da dentro è molto faticoso, anche i ragazzi dell’ufficio stampa e voglio ringraziare tutti. La squadra è sicuramente migliore, era il mio obiettivo dall’inizio, oggi la squadra ha più soluzioni e qualità. Non sono d’accordo sul concetto dell’instant team anche se riconosco la tua coerenza di pensiero. La Roma è la quarta squadra più giovane della Serie A, cosa che non era due anni fa e la nostra strategia è stata sempre quella di lanciare dei giovani come Bove, Darboe, Zalewski e quest’anno Faticanti, Volpato, Keramitsis etc. Ma abbiamo sempre parlato di equilibrio, quindi giovani importanti ma anche giocatori esperti come Paulo, Belotti e Wijnaldum. Siamo più forti, siamo riusciti a centrare questo obiettivo ma sempre con il nostro valore più grande: l’allenatore, la sua leadership dopo la stagione scorsa dove ha migliorato diversi calciatori, anche sui giovani e in questa stagione abbiamo portato giocatori più bravi e ci aspettiamo dei miglioramenti rispetto alla scorsa stagione. Ma non vogliamo parlare di Scudetto: non vogliamo nasconderci, ma ho sempre detto che faccio fatica a Settembre a pensare a Maggio. Per voi il mercato condiziona tanto il progetto sportivo, per me è il lavoro quotidiano e ieri come ha detto bene Belotti dobbiamo credere di vincere tutte le partite, a cominciare da Udine”.
Per il terzo anno la nuova proprietà non ha venduto i migliori giocatori. Si è parlato tanto di Zaniolo, le chiedo quanto è stato vicino ad andar via? Soprattutto con il Tottenham? Come gestirete il prossimo passaggio sul rinnovo?
“Mai stato vicino alla partenza e oggi è finito il mercato. Nicolò la stagione scorsa aveva bisogno di ripartire dopo due anni di infortuni, in questa stagione ha già dimostrato di stare molto meglio, non è mai stato un problema, è giovane, è felice, ha aiutato tanto la squadra, ora deve recuperare dall’infortunio. Ho chiamato Vigorelli mezz’ora fa per calendarizzare gli incontri per il rinnovo perchè la gente giustamente si aspetta questo e non va trascinato a lungo”
Siete preoccupati per le sanzioni dell’UEFA e preoccupati che possano fare due pesi e due misure sui club?
“Sul Fair Play il club avrà il tempo giusto per parlarne, è un tema molto serio. Ogni tanto nel calcio parliamo di questi temi senza il giusto approfondimento. Il Fair play è stato creato per aiutare i club non per danneggiarli. Io ho in testa il progetto Friedkin, non il Fair Play. La sostenibilità finanziaria per noi è molto importante, abbiamo seguito questa strada. Su Dybala non abbiamo speso soldi sul cartellino ma abbiamo preso la sua qualità. Vogliamo migliorarci ogni finestra di mercato, ma sappiamo che i Friedkin hanno raccolto un’eredità pesante e sapevamo di avere un percorso da fare per raggiungere la sostenibilità. Per me il Fair Play non è un problema, quello che voglio fare è creare una squadra senza più forte, dove prevalga la politica del merito e creare spazio per i giovani. Spero che queste limitazioni possano sparire, significa che nei prossimi anni avrò fatto bene il mio lavoro. Il mio obiettivo è che il nuovo ds della Roma un domani abbia una vita più semplice della mia”.
Grande lavoro su cessioni, stipendi di giocatori che sono fuori ma questo lavoro basta per arrivare al primo paletto? L’UEFA vuole che la squadra costi il 90% dei ricavi. E’ un obiettivo raggiungibile?
“Non voglio trasformare questa conferenza sul Fair Play, è un tema sensibile, ne parleremo più avanti. Per me il Fair Play non è una scusa, ovviamente con questo mercato ci siamo avvicinati a questi obiettivi, ma non è finita perchè quando i club firmano i settlement agreement si parla di programmazione pluriennale, ma questo come abbiamo dimostrato quest’estate non impedisce di fare mercato, dobbiamo essere bravi anche con qualche paletto dell’UEFA a fare bene lo stesso il nostro lavoro. Negli ultimi 10 anni della Roma non è normale che abbia più venduto che comprato. La Roma non è andata oltre nel monte ingaggi, dal mio arrivo abbiamo ridotto oltre 20 milioni il monte ingaggi. Mai mi sentirete qui dire che a causa del Fair Play non abbiamo fatto mercato. Fare il direttore sportivo oggi è diverso che 10 anni fa. Oggi siamo costretti a tenere conto di tematiche finanziarie, legate, dell’UEFA. Abbiamo fatto un lavoro interessante per avvicinarci a questa sostenibilità della società. Sono sicuro che quando un giorno andrò via, la Roma avrà una situazione più solida di quella che io ho trovato”
Ha citato Mourinho, avete preso grandi giocatori a parametro zero, dopo anni passati nel buio a livello sportivo a parte la Conference. E’ merito suo? Di Mourinho o anche dei Friedkin? Dove si vuole arrivare?
“Merito essenzialmente della proprietà e di Mourinho. Della proprietà perchè ha fatto capire che sta costruendo un progetto diverso, non parlano molto ma fa vedere che ha idee giuste per il club a 360 gradi. Oggi l’immagine della Roma è più allettante nel mondo. Poi non c’è dubbio che il ruolo di Mourinho nella capacità attrattiva dei giocatori è totalmente diverso rispetto ad altri allenatori. Sarebbe stupido non sfruttare questo. Non ha neanche problemi generazionale, ci sono allenatori della sua età che ai giovani non dicono molto, invece noi abbiamo ventenni che sognavano di esser allenati da Mourinho. Non ho dubbi che per chi è arrivato quest’estate abbia pesato la presenza di Mourinho. Lui è sempre al corrente di tutto durante le trattative”
Si è sdoppiato tra arrivi e cessioni. Quale dei due aspetti le ha dato più difficoltà? Che voto si dà quest’anno?
“Hai detto una cosa giusta, chiaramente ai tifosi crea entusiasmo guardare chi arriva, ma noi siamo molto concentrati su chi parte. Abbiamo fatto 57 operazioni, significa che si lavora tanto sulle uscite. Non mi nascondo mai, non sono totalmente soddisfatto sulle uscite, per un paio di giocatori che abbiamo prestato c’erano le condizioni per cederli. Sono giovane e imparo: la stagione scorsa ho fatto l’errore di darmi il voto, dopo durante la stagione quando i risultati non venivano qualcuno mi ha preso in giro con quel voto, magari dopo Tirana il voto ci stava invece, questa stagione non lo farò, ormai mi conoscete, non lavoro molto sul mio protagonismo individuale, lavoro sulle idee e sul rapporto con le persone, ma non ho bisogno di marchette per avere un grande voto. Il calcio cambia tutti i giorni, oggi siamo fenomenali domani siamo scarsi. Io faccio anche la mia valutazione, ci sono stati dei momenti durante quest’estate che voi tutti avete pensato avessi fatto un capolavoro e invece ero insoddisfatto e viceversa”
Un tassello in difesa manca, lo porterete? Come ha vissuto le pressioni non solo mediatiche e di Mourinho sul mercato?
“Sulla pressione sai sono giovane ma ho vissuto tante cose, ho tre sole persone che mi mettono pressione: mia madre, mio padre e mia sorella. L’altro telefono che ho è della famiglia e qui non lo porto perchè sennò ho paura. Scherzi a parte. Anche se qualcuno dice o scrive il contrario io ho un grande rapporto con Mourinho, quello che noi viviamo qua a Trigoria è un ambiente di famiglia, quello di cui discutiamo lo facciamo in famiglia. A me non compete commentare le sue parole, perchè il suo lavoro è difficile, è esposto 150 volte alla stampa, ogni tanto è difficile fare quel lavoro lì. Cerchiamo di essere allineati con la società, lavoriamo insieme, a volte ho chiesto il suo aiuto per portare avanti le cose. Non funziono molto con la pressione, chi mi conosce sa che l’unico modo per portare avanti le cose con me è coinvolgermi, con ottimismo e positività. Non è arroganza ma credetemi non leggo la stampa. Vado al Ristorante e tutti mi chiedono se prendo Dybala e Belotti, è normale. Sulla difesa non voglio nascondere nulla: penso che giocando a tre è normale che avremmo avuto bisogno di un altro centrale, non siamo riusciti a farlo per tanti motivi, penso che dentro la squadra avremo delle soluzioni, magari non ideali, ma abbiamo giocatori con qualità che sanno giocare in più ruoli. Voi parlate molto di Mourinho carismatico e leader, io parlo di Mourinho sul campo: la stagione scorsa e nella sua carriera, ha fatto vedere ad esempio con Felix, o Zalewski, che nel momento della difficoltà ha trovato soluzioni. Abbiamo giocatori come Karsdorp, Vina o Cristante che possono giocare lì. Noi non possiamo andare solo sulla strada un piccolo sforzo e prendiamo Dybala, Wijnaldum, etc. Le cose sono più complesse di quello che sembrano ed è così”
A giugno il mercato della Roma sembrava fermo, la strategia prevedeva l’arrivo di Frattesi poi la soluzione è svanita, come è andata la trattativa? Ad un certo punto la vostra strategia è cambiata, spendendo solo per Celik e prendendo parametri zero? Perchè è andata così?
“E’ veramente quello che è successo, la strategia era questa: noi abbiamo una strategia sportiva e finanziaria. La squadra ha bisogno di certe cose e dopo c’è una strategia finanziaria che permetta di arrivare lì. Con tutti i condizionamenti del Fair Play. Il mercato dura tre mesi, sapevo che serviva pazienza ma ho capito che sarebbe stato complicato ottenere tanti soldi in uscita per portare avanti le entrate. Allora lì ho capito che avremmo potuto rinforzare la squadra con i parametri, piuttosto che aspettare di vendere per portare a casa i giocatori che volevamo. Tutto va misurato. Tutte le situazioni sono state legate alle uscite, Wijnaldum arriva con la cessione di Veretout, Belotti arriva dopo l’addio di Felix. Hai fatto un’analisi concreta: non ho voluto compromettere la società, ho cambiato strategia finanziaria ma non sportiva. Su Frattesi dico chiaramente: è il mio giocatore preferito della Serie A tranne i giocatori della Roma. E’ un grande giocatore, sarà uno dei centrocampisti più forti della Serie A e della Nazionale, poi arriva il mercato e ci sono delle dinamiche diverse. Io non uso la stampa per parlare di Frattesi è la prima volta che ne parlo, queste cose vanno trattate con il club. Ognungo fa la sua valutazione, per il Sassuolo David aveva una valutazione e noi non l’abbiamo raggiunta. Mi dispiace che in alcuni momenti ci sono trattative che sono fatte da uno solo, perché magari parla solo una parte e sembra che la trattativa la fanno da soli. Il Sassuolo è un grande progetto sportivo, le persone che lo guidano sono molto competenti, ma non siamo riusciti a fare l’accordo, sono tedesco un po’ su questo: non mi piace portare a lungo le trattative perdendo tempo su due-tre milioni”
Solbakken può arrivare a gennaio?
“Non è vero che la Roma ha aumentato il monte ingaggi, non è difficile capire che se noi risolviamo Olsen e Fuzato e portiamo Svilar, la Roma non aumenta il monte ingaggi, così se vende Florenzi, Reynolds etc e prende Celik non aumenta, così a centrocampo e davanti. Non voglio essere il mago delle finanze, ma non è vero che il monte ingaggi è aumentato. Solbakken? Qualcuno diceva che aveva firmato per un’altra squadra, che aveva fatto le visite mediche. Se tu mi dici che non è così, ci proviamo”
Ha intenzione di andar via? A sentire le sue parole sembrava così…
“(Pinto ride) sono felice qui, c’è una cosa: per venire qui ho lasciato il grande amore della mia vita, il Benfica, perchè ho una totale empatia con Friedkin e Mourinho, è questo che mi muove, le idee, non i soldi, ma le persone con cui lavoro. Il prossimo direttore sportivo avrà un lavoro semplice, è così. Sul mio contratto non hi bisogno di rinnovarlo fino al 2024, sono diverso dai giocatori. Io faccio le mie valutazioni, io sono felice qui”.
Il mio rimpianto è nel piano della sessione. Cerco di essere una persona metodica. Prepariamo secondo me le cose per bene, ma alla fine il calcio, lo sport è l’unica attività commerciale dove comandano gli operai cioè i calciatori. Io ho un po’ un rimpianto: avevamo due-tre operazioni. Ce l’ho nelle uscite più che nelle entrate. Gli acquisti mi piacciono tutti, è sempre una storia. C’è una storie dietro, che va oltre l’emozionale. Io sono un essere umano: quando devo chiudermi 4-5 giorni in un hotel a Torino per prendere Paulo non è una cosa semplice. Difficile dire quale mi piace di più, ma ho sentito che tutti i giocatori hanno perso soldi per venire alla Roma. Le persone fuori hanno capito che qua sta nascendo qualcosa. I Friedkin e Mourinho sono stati fondamentali. Ogni trattativa ha una storia particolare.”
Zagadou arriverà? Coric e Bianda?
“Calma che io non mollo mai. Abbiamo ancora Belgio, Grecia, Turchia, quei ragazzi lì devono spingere un po’ di più per trovare soluzioni. Sono due ragazzi Bianda e Coric vittime del contesto del passato. Su Zagadou, ma anche Denayer, ci sono tanti in scadenza, questo mercato farà storia su questa strategia di molti di portare i contratti a scadenza”
Il contratto di Belotti è un anno più due in opzione. Come mai?
“La verità è che siamo stati veramente creativi in due tre operazioni, ma tutto dipende dalla necessità, l’importante è che i giocatori abbiano accettato, per me non è importante se è 1 + 2 o 2+ 1 perchè in quei contratti ci sono cose che lette da fuori sembrano negative invece per i giocatori sono positive. Ci sono dettagli dei contratti che non posso divulgare, sono convinto che Andrea sia felice qui e giocherà tanti anni con la Roma, ha fatto uno sforzo per esser qui e ora mi impegnerò io per aiutarlo ad esser felice”
I rinnovi di Spinazzola e Cristante?
“L’anno scorso una delle domande era che con l’arrivo di Tammy avevamo il problema di fare sei rinnovi, dopo un anno continuiamo a parlare di questo (ride ndr). E’ normale che sia un tema di discussione quando si arriva vicini alla scadenza. Bryan sa cosa pensiamo tutti di lui, penso che rimarrà qui tanti anni, è un grande giocatore, un grande professionista e ha la giusta mentalità per restare qui. Adesso fatemi riposare un po’ perchè è stato pesante, tu lanci l’idea poi arriva il procuratore e mi chiede”