Plusvalenze gonfiate: dichiarati 60 milioni invece dei reali 39. Nonché cinque contratti simulati di acquisto e cessione di giocatori. Con un obiettivo: “Migliorare i singoli esercizi di bilancio avendo intenzione il socio (l’ex presidente della Roma James Pallotta) di evitare apporti personali”. È l’atto d’accusa della Guardia di finanza, gruppo Tutela entrate, che ha convinto la Procura a chiudere l’inchiesta nei confronti di cinque ex dirigenti della Roma, che rischiano il processo per falso in bilancio e violazione del testo unico dell’intermediazione finanziaria.
La chiave che ha permesso alla Finanza la svolta nell’inchiesta è stata un email inviata il 30 giugno 2019 da Baldissoni all’avvocato Cesare Gabasio, capo dell’ufficio legale.
Le due società hanno sempre dichiarato che sono state operazioni distinte. Ecco il testo dell’email che inchioderebbe i giallorossi: “Accordi di trasferimento a titolo definitivo di Spinazzola dalla Juventus alla Roma e di Luca Pellegrini dalla Roma alla Juventus”. Commentano i finanzieri: “Si tratta di una bozza di accordo da dove emerge come le cessioni siano uno scambio”.
Come scrive il Corriere della Sera, secondo la Finanza, invece delle (fittizie) plusvalenze iscritte dai due club su Pellegrini e Spinazzola, trattandosi di permuta, avrebbe dovuto essere applicato il principio contabile internazionale las 38, che esclude l’iscrizione di plusvalenze. La Roma aveva indicato plusvalenze anche per la cessione di altri giocatori, arrivando a contabilizzare in totale 60 milioni.