IL TEMPO (A. AUSTINI) – Amato e protetto dai romanisti, scaricato dal Belgio, considerato sacrificabile dalla Roma. La carriera di Nainggolan è piena di paradossi e quest’estate non fa eccezione. Mentre lui se ne sta in vacanza per non pensare troppo alla beffa di un Mondiale perso, a Trigoria i ragionamenti sono chiari. E parecchio distanti da quello che si pensa sul Ninja fuori. Secondo la società, Radja non è incedibile come non lo è nessun altro da Alisson e Dzeko. Ma c’è di più: se Monchi e Di Francesco potessero decidere a tavolino quale «big» della rosa vendere, non avrebbero dubbi e sceglierebbero proprio Nainggolan.
I motivi sono facilmente intuibili: l’età (30 anni appena compiuti); l’ingaggio da oltre 10 milioni lordi premi inclusi; il rendimento in calo dell’ultima stagione; il valore a bilancio del cartellino sceso a 6 milioni di euro favorendo quindi una possibile plusvalenza; un’attitudine alla vita fuori dal campo che per stessa ammissione di Radja è quanto di più distante dal professionista modello. Per lui «il calcio resta un hobby» e allora sotto a chi tocca, nel senso che la Roma ha spalancato le porte ai potenziali acquirenti. È successo due anni fa, quando Sabatini lo aveva praticamente ceduto al Chelsea scontrandosi poi con la volontà di Nainggolan di restare, stava per accadere l’estate scorsa se Manchester United e Inter avessero concretizzato le rispettive manovre, idem a gennaio quando dalla Cina è spuntata una proposta. Adesso tutto sembra fermo, al di là dei pensieri di Spalletti rivolti di continuo a qualcuno dei suoi vecchi «allievi» giallorossi. Ma di offerte non c’è traccia e i motivi per cui la Roma ha messo in vetrina il belga sono gli stessi che tengono lontani – almeno finora – gli altri club.
Insomma Nainggolan potrebbe restare, ma per mancanza di alternative. Il problema è che nel frattempo la società ha messo le mani su Cristante, in un affare che dovrebbe portare Defrel all’Atalanta (ma c’è il problema ingaggio), magari in compagnia di uno fra Gerson e Tumminello, e l’intenzione è di far diventare il centrocampista azzurro un titolare. Quindi uno tra Nainggolan e Strootman sarebbe di troppo. Ecco perché la situazione dell’olandese, che ha una clausola rescissoria scesa sotto i 40 milioni di euro, va monitorata. L’Inter ha parlato con i suoi agenti durante le trattative per De Vrij, mai con la Roma. Strootman sta bene qui, a maggior ragione dopo la crescita della squadra in Champions, Di Francesco lo ritiene un alleato fondamentale nello spogliatoio per tenere sempre alta l’asticella dell’ambizione del gruppo, ma se Kevin capisse che la società vuole venderlo, valuterebbe le proposte. Compresa quella dell’Inter, che non lo affascina granché.
Detto che Alisson, Manolas, Pellegrini, El Shaarawy e Perotti sono gli altri pezzi pregiati «attaccabili» sul mercato – Dzeko ormai un po’ meno – Monchi è volato ieri in Spagna dalla famiglia, ma continua a tenere sempre in mano il telefono. Con Kluivert, l’altro grande obiettivo, l’accordo esiste da un mesetto, ora tocca a Raiola convincere l’Ajax ad abbassare le pretese. In lista per l’attacco anche Berardi, molto più defilato, mentre Chiesa è un altro da tenere d’occhio. Perché se la Roma capisce che è in vendita a cifre ragionevoli, si farà sotto.