Un approccio a metà tra la preoccupazione e la voglia di capire quello mostrato dal Premier Draghi in una telefonata con Gabriele Gravina, poi raccontata dal presidente di Lega Paolo Dal Pino ai numeri 1 dei club di A. Nessun ‘aut aut’, ma Gravina ha informato il Presidente del Consiglio del fatto che tutta la filiera dei campionati si sta fermando, tranne la Serie A, dove c’è un problema di calendario e del costo pesantissimo che produrrebbe un’interruzione.
Come scrive la Gazzetta dello Sport, la volontà della Serie A, come espresso anche in un comunicato, è quella di andare avanti, anche perché il fitto calendario non consente passaggi a vuoto. Il campionato deve riflettere sull’opportunità di autoimporsi un freno – nel calendario o nella capienza – per prevenire il peggio.
I bilanci delle società, già pesantemente provati dai mesi precedenti di pandemia, potrebbero in alcuni casi non sopportare le nuove misure. Né eventuali ristori né la possibilità di dilazionare i pagamenti nel corso dei prossimi mesi compenserebbero i mancati ricavi da stadio. E in questa situazione i club non vogliono sostituirsi all’autorità governativa e a decidere per gli stadi chiusi.