IL MESSAGGERO – U. TRANI – De Rossi corre sulla pista di atletica di Coverciano. Con i compagni della Nazionale. Con Bonucci e Diamanti. Sotto il cielo pesante per la pioggia che sta per arrivare, lavora in scioltezza. Concentrato e motivato. Ma è soprattutto l’immagine di chi si sente apprezzato: qui sta meglio, l’aria è diversa. Basta un allenamento per capire quanto sia lontana la capitale e la Roma, pure se i chilometri di distanza sono poco più di 300.
I COMPLIMENTI DEL CT – La testimonianza di Prandelli, in Aula Magna, non fa altro che confermare come l’Italia sia in grado di rigenerare Daniele in poche ore: «De Rossi con noi è sempre protagonista». Con 4 gol, insieme con Balotelli, è il miglior marcatore azzurro della stagione, mentre in giallorosso è rimasto a digiuno. «Anzi, nelle ultime gare è stato il migliore in campo proprio perché non gli chiediamo di più di quello che può dare. Un giocatore da solo non può mai risolvere i problemi di una squadra. Le aspettative sono molte ed è chiaro che uno si aspetta sempre il massimo. Ma qui riesce a reggere le pressioni perché sa che cosa vogliamo da lui. Ma se mi chiedete se per lui è meglio restare alla Roma o andarsene, io non mi permetto di dargli consigli. Posso solo ribadire che con noi ha fatto e sta andando bene». Può, però, trasferirsi all’estero: «Anche per un giocatore è un’esperienza che arricchisce».
IL FASCINO DELLO SPECIAL – L’incoronazione di Mourinho, ufficializzato ieri dal Chelsea che riporta il portoghese a Stamford Bridge e lo blinda con un corposo quadriennale, fa partire ufficialmente la trattativa tra il club londinese e la Roma. L’unica società, al momento, ad essersi esposta con i dirigenti giallorossi, rimane quella di Abramovic, proprio per la stima che Mourinho ha per il centrocampista di Ostia. Non esiste, dunque, un’asta, anche se Sabatini, venerdì scorso, nel colloquio a pranzo con l’agente Fifa Bronzetti ha cercato di tirare dentro il Real che presto ufficializzerà Ancelotti, un altro grande estimatore di Daniele. Ma a Madrid la nuova linea non prevede l’acquisto di trentenni: quindi, tentativo a vuoto. Carletto, più avanti, proverà ad imporsi. Intanto il ds romanista aspetta l’offerta del Chelsea per valutarla bene: qualche intermediario tiene basso il prezzo del cartellino, tra i 6 e 7 milioni, mentre a Trigoria ne vorrebbero più del doppio, almeno 15. Possibile chiusura dell’affare a 10-12.
LA PROPRIETÀ USA FRENA – Pallotta e i suoi soci sono contrari a far partire De Rossi, convinti che Daniele sia l’erede di Totti. Si augurano che possa essere il testimonial del futuro. In più non discutono il professionista e l’uomo. Il management italiano, invece, spinge per la cessione, soprattutto per l’ingaggio da 6 milioni netti a stagione: senza coppe europee, secondo loro, non ha senso.
IL DISAGIO DI DANIELE – De Rossi, ormai, non vive come vorrebbe la sua città. Si sente sopportato. Per la verità ancora gran parte dei tifosi giallorossi lo considerano un possibile valore aggiunto, ma è la voce dei contestatori quella che più può influenzare il giocatore nella sua scelta. Ultimamente si fa vedere poco in giro e nel pranzo con Totti e Perrotta, la scorsa settimana a Ostia, per la prima volta ha rivelato ai compagni di essere pronto a lasciare Roma. Daniele avrebbe voluto incontrare Allegri, o almeno parlarci al telefono, nell’ultimo weekend. Qualche dirigente, un po’ come era accaduto con Mazzarri, gli aveva preannunciato l’arrivo del tecnico a Trigoria. Dopo Mazzarri, pure Allegri ha detto no. De Rossi, di conseguenza, ha fatto altri passi per uscire dal grande raccordo anulare. Spostandosi, per ora, a Coverciano. Una curiosità: Osvaldo, per punizione non andrà alla Confederatione, ma la Panini comunque lo «convoca» nell’album dedicato alla manifestazione in Brasile.