Segna, in media, più con la Nazionale che con la Roma. In giallorosso Patrik Schick ha realizzato 8 reti in 53 presenze, con la Repubblica Ceca è a 5 in 14 partite. La Primavera di Praga dell’attaccante, dal 23 marzo di un anno fa, è certificata dai numeri: 4 centri in 9 apparizioni, una media che per la Roma significherebbe tantissimo e che, invece, a Trigoria è sempre stata solo una chimera. Questione di avversari, forse. Questione, però, soprattutto di motivazioni: con la squadra del suo paese Schick si sente importante e al centro di qualcosa, non solo dell’attacco, con la Roma (ancora) no.
Come riporta la Gazzetta dello Sport, per sbloccarsi, Schick ha bisogno di giocare tanto (cosa che in questa stagione sta avvenendo) e di segnare con continuità. In questa stagione ha giocato 27 partite per un totale di 1495’, segnando 5 gol, uno ogni 299’, cioè ogni 3 partite e mezza. La continuità di prestazione, che lo scorso anno gli era mancata spesso per problemi fisici, in questa stagione c’è stata: in campionato ha giocato da titolare 12 partite di cui 7 consecutivamente, in Coppa Italia ha fatto bottino pieno, in Champions ne ha giocate sei su otto di cui due dal primo minuto.
Di certo, Schick ce la sta mettendo tutta per invertire la rotta. Professionista serissimo, non salta mai un allenamento, spesso quando è infortunato trascorre a Trigoria sempre qualche minuto in più rispetto ai compagni di fisioterapia per lavorare meglio. La crisi di qualche mese fa è alle spalle, ma la rinascita definitiva ancora non si vede. Dopo che non ce l’ha fatta Di Francesco a farlo crescere ci proverà Ranieri.