La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Nel caso, il miracolo stavolta l’invocherebbero all’ombra del Colosseo. Niente San Gennaro. Ma se la Roma riuscisse davvero a mettere la freccia sul Napoli ed a finire seconda, stavolta il miracolo sarebbe tutto di Luciano Spalletti, uno che subito dopo il k.o. di Torino contro la Juventus (24 gennaio scorso) si trovava a -12 dai partenopei ed oggi, invece, è a sole 4 lunghezze di distanza (e con lo scontro diretto da giocare in casa, il prossimo 25 aprile). Ma come è riuscito Spalletti a recuperare otto punti in due mesi e mezzo? Migliorando le cosetatticamente, lavorando psicologicamente sulla testa dei giocatori e sfruttandoappieno il mercato di gennaio, che ha portato in dote Perotti, El Shaarawy eZukanovic. A conti fatti, molto ma molto di più di Regini e Grassi, i rinforzi ottenuti invece dall’altra parte da Sarri.
LA FORBICE – Partiamo da un assunto, quegli 8 punti lì Spalletti li ha recuperati nelleultime dieci gare, portandone a casa 28 (9 vittorie e un pari, con l’Inter) contro i 20 del Napoli (frutto di sei vittorie, due pareggi e due sconfitte, contro Juventus e Udinese). Ma da quando siede sulla panchina della Roma la differenza è inferiore, tanto che i punti totali del tecnico di Certaldo diventano 29 contro i 26 di Sarri ed il differenziale scende da +8 a +3. Questo, però, per l’allenatore giallorosso conta poco, interessa di piùpotersela giocare fino alla fine per la piazza d’onore, obiettivo che francamente dopo la partita persa contro la Juventus sembrava davvero un mezzo miracolo. In quel momento, infatti, la Roma era quinta e rischiava addirittura di uscire dall’Europa League, con il Milan a -2 e Sassuolo ed Empoli a -3. Oggi sembra un altro mondo, un’altra storia, tutta un’altra cosa. E questo perché Spalletti ha ridato alla squadra un’organizzazione di gioco e rivitalizzato i giocatori sotto il profilo psicologico, ridandogli fiducia e carica motivazionale.