LA REPUBBLICA (M. PINCI) – Se l’Uefa avesse voluto registrare uno spot a favore del Var, non avrebbe potuto immaginarlo meglio. A fermare la Roma non è stato il Borussia Monchengladbach capolista in Bundesliga. Ma un rigore che in tutto l’Olimpico lo ha visto solo l’arbitro scozzese Collum, convinto che il tocco di Smalling fosse con un braccio largo e non col viso: le immagini però lo inchiodano, facendo infuriare nuovamente Fonseca, entrato in campo a fine gara per protestare, ma in modo più pacato rispetto all’ultima volta.
«I giocatori sono devastati» ha poi detto in tv il tecnico. «Un errore grave, inaccettabile, che a questi livelli non può succedere» la rabbia di Dzeko. In Europa League nella prima fase non c’è il Var, al contrario della Champions. La Roma resta prima, ma la qualificazione che pareva ipotecata torna in ballo: tra due settimane in Germania rischia, anche perché l’infermeria resta satura. Per questo i dirigenti guardano agli svincolati: in arrivo Rodwell, ex City, se supererà un provino.
Se non altro Fonseca ha ritrovato Zaniolo: gol dopo 35 giorni ed esultanza polemica con le dita alle orecchie, a dire “non vi sento”. Il perché non lo confesserà, ma era seduto davanti alla tv quando mercoledì sera Fabio Capello a Sky ha suggerito al giovane interista Sebastiano Esposito di «non seguire la sua strada». La mamma di Nicolò aveva replicato via social, lui ha aspettato la serata europea. Dimostrando ai detrattori che una lezione l’ha capita benissimo: le risposte alle provocazioni si danno in campo..