Quando le giocavano tutte loro

Quando le giocavano tutte loro

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roma-inter1CORRIERE DELLO SPORT – A. POLVEROSI – Nell’ultimo decennio si sono divise Coppe e Supercoppe Italia. Cinque volte in finale di Coppa dal 2005 ad oggi (quattro addirittura di fila, dal 2005 al 2009), quattro volte in Supercoppa. Quello che l’Inter lasciava per strada, lo raccoglieva la Roma. Ma non erano regali, erano conquiste che la Roma portava in fondo con forza, orgoglio e con delle battaglie autentiche. Poi l’Inter vinceva anche lo scudetto e la Roma non ci arrivava (quattro volte dietro ai nerazzurri, dal 2005 al 2010), ma erano le squadre che tenevano in pugno il calcio italiano, mentre la Juve si stava medicando le ferite di Calciopoli. (…)

Stasera si ritrovano ancora in Coppa Italia, ma solo in semifinale. Che è diventata di straordinaria importanza per due squadre che altro non hanno. C’è una finale da raggiungere e possibilmente da vincere. La loro stagione è stata piena di stranezze, di confusione, di accidenti vari. L’Inter arriva a questa partita con una serie impressionante di infortuni e Stramaccioni, come dice Moratti, dovrà inventarsi qualcosa, dopo che i dirigenti hanno demolito, a furia di errori e di colpi di mercato alla rovescia, l’organico. (…)
La Roma ha rinunciato, per scelta dei dirigenti, a un normale (troppo normale?) equilibrio, a un impiego con raziocinio di un organico di alta qualità, per puntare alla prima rivoluzione di Luis Enrique e poi, non soddisfatta, alla seconda di Zeman, prima di affidarsi a un riequilibratore come Andreazzoli. Il momento però è diverso: l’Inter arriva da due disfatte, in casa con l’Atalanta e a Trieste col Cagliari; la Roma invece ha vinto a Torino e dentro ha una nuova forza, una nuova sicurezza.

Dalla partita di stasera può nascere il riscatto di chi riuscirà a passare il turno. Inter e Roma sono finite in un angolo, a rincorrere un’idea, un programma che le riporti al vecchio livello. Non si ritrovano nel cantuccio di oggi, con la Juve che domina, il Napoli che le sorpassa e perfino con la Fiorentina che le tiene dietro. Hanno bisogno di un’altra vita, della loro vecchia vita, quando erano ammirate e rispettate, quando Spalletti e Mancini si facevano i dispetti, quando in campo portavano il meglio del calcio italiano. Non stiamo parlando di un secolo e nemmeno di un decennio fa, stiamo parlando di una ventina di mesi addietro. E’ un tempo breve perché tutto sia dimenticato.

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