Quegli insulti razzisti a Evra. E la Premier non lo vuole più

Quegli insulti razzisti a Evra. E la Premier non lo vuole più

SHARE

CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – E’ ottobre, si gioca Liverpool-Manchester United. Una partita tranquilla, finita 1-1, tra due grandi società che non si amano. Ma la storia squallida viene fuori dopo, con due protagonisti: un accusatore attendibile, Patrice Evra, e un accusato indifendibile, Luis Suarez. Evra denuncia una frase terribile dell’avversario in spagnolo («Non parlo con un negro»), scoppia il putiferio. Suarez proclama la sua innocenza, assicura di essere stato provocato e presenta una giustificazione deboluccia («Ho detto la parola negro sorridendo, in tono scherzoso»). La federazione inglese però crede a Evra, terzino francese di pelle nera con un passato italiano (Monza e Marsala) e quindi capace di comprendere lo spagnolo. Suarez viene punito con otto giornate di squalifica, una multa di quasi 50.000 euro e una diffida (…)

LO SCANDALO – Ma l’episodio ancora più discusso succede in occasione della partita di ritorno, una settimana dopo il rientro di Suarez dalla squalifica. All’Old Trafford, durante le presentazioni iniziali, Evra tende la mano; ma Suarez lo ignora e tira dritto. Un nuovo affronto che Rooney “vendica” sul campo, battendo il Liverpool nonostante il gol dello stesso Suarez, e che Evra festeggia saltellando davanti all’avversario al fischio finale. Ne nasce un triste dibattito tra colpevolisti e innocentisti, con Alex Ferguson nella veste di censore: «Suarez è una vergogna per il Liverpool, io manderei via un giocatore così». Fortunatamente, in questo caso Suarez chiede scusa: «Avrei dovuto stringere la mano a Evra. Ho sbagliato e mi dispiace. Mi sono comportato malissimo. Ora voglio pensare a giocare e a dimenticare questa storia». (…)



 

NO COMMENTS

Comments are closed.