CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – E’ ottobre, si gioca Liverpool-Manchester United. Una partita tranquilla, finita 1-1, tra due grandi società che non si amano. Ma la storia squallida viene fuori dopo, con due protagonisti: un accusatore attendibile, Patrice Evra, e un accusato indifendibile, Luis Suarez. Evra denuncia una frase terribile dell’avversario in spagnolo («Non parlo con un negro»), scoppia il putiferio. Suarez proclama la sua innocenza, assicura di essere stato provocato e presenta una giustificazione deboluccia («Ho detto la parola negro sorridendo, in tono scherzoso»). La federazione inglese però crede a Evra, terzino francese di pelle nera con un passato italiano (Monza e Marsala) e quindi capace di comprendere lo spagnolo. Suarez viene punito con otto giornate di squalifica, una multa di quasi 50.000 euro e una diffida (…)
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