Come di consueto a due giorni dalla partita, mister Claudio Ranieri interviene in conferenza stampa, nella “sala Champions” di Trigoria, per rispondere alle domande dei cronisti presenti, in vista della partita di sabato, a San Siro alle 20.30, contro l’Inter. Queste le parole dell’allenatore della Roma:
Inter avversaria scudetto nel 2010. Che effetto le fa tornare a San Siro?
“Già mi fa effetto essere l’allenatore della Roma, se è San Siro o un altro stadio non mi cambia nulla. Essere tifoso ed allenare la tua squadra è una sensazione incredibile, sfidare l’Inter sarà una bella cosa”.
Partita decisiva per capire a che punto è il processo di guarigione della Roma?
“Credo che se ci fosse una battuta d’arresto non cambierebbe l’umore, un risultato positivo ci darebbe una spinta notevole. Far bene significherebbe molto, perdere non cambierebbe nulla”.
Nzonzi come sta? Lorenzo Pellegrini da più garanzie?
“Io decido sempre la sera prima della partita, ho visto bene tutti i ragazzi, vogliosi. Penserò a tutto venerdì sera, ma condivido la sua affermazione, Lorenzo è più veloce di Steven, che gioca la palla ad uno o due tocchi, ma è un giocatore importante per ogni squadra”.
La differenza tra le due piazze? Come giudica il lavoro di Spalletti all’Inter?
“Non valuto mai il lavoro dei miei colleghi, li stimo tutti e facciamo un lavoro difficilissimo, il successo o l’insuccesso sono determinati da piccolissimi fattori. Le differenze dipendono dal momento storico in cui ci lavori. Luciano conosce benissimo Roma e sta imparando a conoscere Milano. Io li sono stato poco, poi ho avuto la sfortuna di perdere Motta e Coutinho. Quando Motta andò al PSG perdemmo un punto di riferimento e ci spegnemmo”.
La coppia Dzeko-Schick può essere riproposta nonostante nell’intervallo contro l’Udinese abbia cambiato idea?
“Non ho cambiato idea, ho fatto il farmacista, sapevo che Daniele non poteva tenere tutta la partita, quindi se fossi partito con Pellegrini sarebbero stati stanchi entrambi. Venerdì farò tutte le mie considerazioni pensando a tutti i 90 minuti”.
Indipendentemente dal modulo, Zaniolo potrebbe giocare più al centro?
“Credo che adesso Nicolò non stia nel suo momento migliore, nel mio mese e mezzo il suo miglior ruolo è da mezzala a tutto campo, non dietro la punta o sull’esterno. In questo momento è più una mezzala, ma ha diciannove anni e avrà tempo per farci vedere tanto”.
E’ difficile essere profeti in patria? Quando parla della Roma le brillano gli occhi…
“Io sto bene qui a Roma. Mi brillano gli occhi per due squadre: Roma e Cagliari. Li sono partito da dilettante, ho fatto la mia scalata. Non mi sento profeta, sono un professionista che ha avuto a volte la possibilità di lavorare come voleva e altre no, ma non solo a Roma, ho sempre incontrato momenti particolari e sono soddisfatto della mia carriera che non è ancora finita”.
Le due vittorie hanno dato fiducia al gruppo. I calciatori la conoscono meglio?
“Si, questo mese e mezzo ci ha portato ad una conoscenza migliore. Loro devono capire solo me, io ho a che fare con tanti ragazzi. Le ultime due vittorie ci hanno dato una grande autostima, vincere e non prendere gol. Ecco perché San Siro sarà importante solo in caso di vittoria, perchè dobbiamo far vedere ai nostri tifosi che vogliamo arrivare fino in fondo lottando”.
La Roma può offrire un progetto convincete al prossimo allenatore, chiunque esso sia, compreso lei?
“Mi fa piacere che mi abbiate coinvolto (ride). Non sta a me stabilire i programmi futuri, noi allenatori sappiamo sempre tutto all’ultimo. Dipende da quello che succederà a fine campionato, una cosa è entrare in Champions, altro succederà se non ci si qualifica”.
Possiamo vedere un 4-3-3 sabato? Ünder è pronto?
“Vedo tutti bene, le mie considerazione della sera prima della partita sono su quanto li vedo bene e su chi può avere tutti i 90 minuti e su chi non ce l’ha. Non posso mettere in campo quattro giocatori che non hanno 90 minuti, come al solito ho detto tutto e non ho detto niente (ride)”.
La Roma è più sicura o deve stare ancora accorta?
“Dobbiamo esserlo sempre. A me piace una squadra che gioca all’attacco, mi piace dare emozioni al tifoso. Quante volte succede che si inizia da dietro e si fa gol? Vedo cosa ho a disposizione e non voglio far rischiare i miei giocatori. Dobbiamo dare emozione ai tifosi, mettendoci grinta su ogni pallone. Devo cercare gli strumenti idonei per far si che questo accada in campo”.