Aveva ragione José Mourinho quando disse che tre Lorenzo Pellegrini giocherebbero titolari contemporaneamente nella sua Roma. Al di là del gol, che apre le danze contro lo Shakhtar, il numero 7 mostra la vena dei giorni migliori: lucido, vivo, decisivo. Lo abbiamo ammirato in mezzo (nel 3-4-2-1), al fianco di Matic, lo vedremo vicino a Wijnaldum, oppure, chissà, con Cristante; o capiterà di ritrovarlo nel ruolo che adora di più, quello di trequartista, quando Mou deciderà di fare a meno di uno dei suoi tenori offensivi. Come scrive il Messaggero, una partita con Dybala (come nel secondo tempo di ieri), un’altra con Zaniolo: Pellegrini ci sarà sempre, questo è certo.
Tocca tanti palloni, li telecomanda, poi si ritrova al centro dell’area per colpire e il gol ne è la dimostrazione, quando prende il pallone lui e viaggia insieme con gli altri tre, è uno spettacolo e l’Olimpico si infiamma: sul gol apre e chiude l’azione dopo un rullo di passaggi che comprende nell’ordine Zaniolo, Dybala e Abraham. Anche giocando più basso, non perde il vizio di attaccarsi alla porta. E’ la natura di una vecchia mezz’ala, del resto. “Vogliamo ripartire dall’entusiasmo dello scorso anno verso altre vittorie“, le sue parole prima della festa. Pellegrini era e resta insostituibile, un ruolo Mou glielo troverà. Ci ha preso gusto a vincere, lui che come capitano romano ha avuto la fortuna di alzare una coppa europea, non vuole fermarsi. La stagione è lunga e la Roma è ambiziosa, quest’anno come mai è accaduto negli ultimi anni. Pellegrini è l’uomo in più e il capitano che cuce lo spogliatoio.