IL MESSAGGERO.IT – D. MAGLIOCCHETTI – Sereno, concentrato, per nulla in ansia e piuttosto sorridente. In campo e fuori. Chi pensava a un Edy Reja cupo, con gli occhi pesanti da non dormir la notte e intimorito dall’attesa per il derby, si sbagliava. La gente fuori da Formello lo aspetta e gli fa le feste come non è mai accaduto. Lui, sorride e, quasi sorpreso, ringrazia. «Sinceramente mi auguro che tutto questo affetto e tutte queste feste nei miei confronti ci siano anche e soprattutto lunedì prossimo…», la confidenza che il tecnico goriziano ha fatto ad amici qualche giorno fa.
E’ senza dubbio la settimana più lunga per Edy. Forse la più importante della carriera, ma il timoniere della Lazio la sta vivendo meglio di altre volte. Sarà per come ha visto i suoi ragazzi, decisi e carichi. Sarà perché stavolta è convinto che la ruota dovrà pur girare a suo favore. Sarà anche perché nel week-end a Lucinico, dove tra il vino del Collio, qualche passeggiata in bici e l’uscita in barca per assistere alla Barcolana (la storica regata velica di Trieste) si è rigenerato e caricato. Qualsiasi cosa sia, l’uomo venuto dal Friuli, alla vigilia del suo quinto derby è tranquillo e fiducioso. Non ha paura di affrontare il giovane e supertecnologico Luis Enrique. Lui che, con i suoi 66 anni compiuti lunedì scorso, è il decano della serie A. Quasi un confronto tra nuova e vecchia generazione, si penserà. Ma anche qui c’è un errore. Già perché l’allenatore biancoceleste, che Cisse ha accostato al vecchio e mitico Guy Roux (il tecnico francese che ha guidato l’Auxerre per 44 anni), è uno che si aggiorna di continuo. Ama il calcio spagnolo, ma non solo. Sa bene come gioca e il metodo d’allenamento non solo del Barcellona di Guardiola o del Valencia di Emery, ma anche del Borussia Dortmund di Jurgen Klopp per esempio. Insomma, è un sergente di ferro, buono e duro quando serve, ma è anche uno di quelli che cerca sempre di imparare e migliorarsi.
D’altronde la sua vita è stata questa. Sin dall’ultimo giorno che ha smesso di giocare a calcio e mettersi a produrre scarpini con il marchio Reja. L’impresa funzionava bene, ma poi Livia, la moglie, lo convinse ad allenare. E da lì non ha più smesso. Ed è proprio l’inseparabile compagna uno dei suoi segreti, soprattutto da quando è arrivato nella capitale. Spesso la moglie fa avanti e indietro per Gorizia, ma nell’ultimo anno i due si sono innamorati di Roma. L’hanno scoperta e quasi di continuo vanno in esplorazione, ma siccome di giorno non è semplice (Edy a volte si è anche camuffato), i due hanno studiato uno stratagemma. Livia esce la mattina dal River Chateaux, l’albergo di Ponte Milvio dove vivono, e fa passeggiate chilometriche. Il suo è un vero sopralluogo per poi relazionare il marito, e, pensate un po’, uscire insieme a tarda sera. Qualche settimana fa Livia l’ha portato a Piazza Navona, dove hanno cenato in un famoso ristorante, davanti alle fontane del Bernini e alle facciate del Borromini. Edy, come il suo amico Fabio Capello, è affascinato dall’arte, tanto che, appena può, gira per mostre (l’anno scorso ammirò Caravaggio e i pittori del Risorgimento) e a breve, magari dopo il derby, andrà a visitare la mostra su Lippi e Botticelli nella Firenze del ’400.
L’arte e la storia piacciono a Reja, anche se le sue vere passioni sono la barca a vela, la bicicletta, il vino e la buona cucina. A Lucinico, nella sua villa, ha una piccola cantina, dove tiene il vino del Collio (la sua terra), il suo preferito che si diletta a produrre, più altri, come il Malbec, il pregiato vino rosso argentino che a Edy piace sorseggiare davanti a una bella bistecca. Probabile che sia nato anche per questo il feeling con gli argentini della Lazio.
Domenica scorsa ha provato a togliersi lo sfizio di partecipare alla Barcolana assieme alla moglie con la loro barca, ormeggiata al porto di Monfalcone, ma alla fine hanno rinunciato. «C’era troppo vento e ho preferito godermi lo spettacolo», le parole del tecnico laziale. Che adesso deve accantonare un po’ le sue grandi passioni per ottenere quella che per tutti diventerebbe la vittoria più importante. Per Edy potrebbe essere il penultimo derby e ci tiene a lasciare la capitale con almeno due sigilli nelle stracittadine.