Riecco Andreazzoli, il tattico amato dai giocatori

Riecco Andreazzoli, il tattico amato dai giocatori

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Il Romanista (C. Zucchelli) – Rodrigo Taddei gli ha addirittura dedicato la sua finta, l’Aurelio. Semplice capire perché: Aurelio Andreazzoli era – ed è – una di quelle persone che i giocatori adorano. Era così quando c’era Spalletti, è stato così quando è ritornato a Trigoria per affiancare Montella, sarà così anche adesso che resterà a lavorare al Bernardini. Manca ancora l’ufficialità, arriverà nei prossimi giorni, ma Andreazzoli non si muoverà. Prima squadra o giovanili, poco importa: il tattico dal cuore tenero, è amatissimo dai giocatori. E proprio questo aspetto ha avuto il suo peso nella scelta fatta dall’allenatore toscano, che ha rinunciato alle offerte di Fiorentina (che ben lo conosce per averlo avuto nelle giovanili e che non ha digerito benissimo il suo rifiuto) ed Inter per restare nella città che gli è è entrata nel cuore. Fin da quando, ormai sei anni fa, Luciano Spalletti lo coinvolse nell’avventura romana. Un rapporto strettissimo, che però non è proseguito quando l’ex tecnico giallorosso, dopo l’addio alla Roma, è andato ad allenare lo Zenit. Andreazzoli non lo ha seguito, è tornato in Toscana in attesa che arrivasse la proposta giusta. Che, dopo le dimissioni di Ranieri, è arrivata. Ancora una volta da Trigoria, dove è tornato per affiancare Vincenzo Montella.
Nato a Massa nel 1953, nello staff di Spalletti ricopriva la qualifica di coordinatore dell’area tecnica. Sposato con due figli, ha conosciuto il mister toscano al Master di Coverciano quando quello allenava la Samp e lui il Tempio e lo ha poi seguito a Udine. Durante uno dei ritiri a Castelrotto, Andreazzoli parlava così dell’importanza del gruppo: «Bisogna avere molta collaborazione per sostenere il lavoro del mister. Io sonbo abituato a visionare molto gli avversari: si ricercano le caratteristiche, poi si trovano le contromisure». Un lavoro importante, spesso oscuro, di cui non sempre viene riconosciuta l’importanza.
Importante è la sua presenza all’interno dello spogliatoio: con Spalletti era lui a comunicare le formazioni ai giocatori, visto che l’allenatore scriveva la formazione a matita e a lui toccava il compito di metterla “in bella” prima di comunicarla alla squadra. Squadra che lui, nella sua ossatura base, conosce alla perfezione. Nelle caratteristiche tecniche e in quelle caratteriali. Non potrebbe essere diversamente, visto che è stato uno degli ideatori di quel 4-2-3-1 che ha regalato alla Roma emozioni e partite straordinarie. Da ripetere, senza dubbio. Ecco perché Aurelio Andreazzoli è rimasto alla Roma.

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