IL ROMANISTA – Mentre i loro compagni oggi e domani si riposeranno, Nicolas Burdisso e John Arne Riise sono alle prese con gli impegni delle rispettive Nazionali. Il terzino norvegese è stato impiegato ieri nel derby tra la Norvegia e la Danimarca finita 1-1 (che lui stesso ha definito «una delle partite più sentite degli ultimi anni »), il “bandito” ha invece affrontato con la sua Argentina gli Stati Uniti. L’occasione è stata buona per parlare del futuro della Nazionale, alla quale Burdisso ha rivelato «di tenere tantissimo. Abbiamo il miglior giocatore del mondo, Messi, e molti altri che giocano a un livello molto elevato in grandi club. Vogliamo fare bene per portare all’Argentina qualcosa di grande e indimenticabile ». Il sogno, neanche a dirlo, è la Coppa del Mondo, da conquistare magari in Brasile tra tre anni: «È quello che mi resta da vincere. Da giovane ho vinto molto nel mio Paese, ma è inutile dire che il Mondiale non è la stessa cosa. I miei compagni italiani e brasiliani che l’hanno vinto in passato mi hanno detto che non c’è niente di minimamente paragonabile e non fatico a crederci». A guidare l’Argentina, dopo l’addio di Maradona al termine del Mondiale sudafricano, c’è adesso Sergio Batista: «Come tutti i cambi di panchina ha portato buone sensazioni dopo il trauma di Sud Africa 2010. Adesso le persone che non sono stati prese in considerazione in passato possono tornare, altri che erano in panchina possono giocare ancora e mostrare al nuovo allenatore di cosa sono capaci. Cambiare porta sempre un motivazione diversa. Adesso – ha concluso Burdisso – siamo in una fase di crescita e grande lavoro, per cercare di tradurre sul campo le idee del nuovo allenatore».