L’ultimo gesto di rottura rispetto alla precedente gestione è il delisting, l’uscita dalla Borsa. Senza la voglia di apparire, ma con una presenza stabile, i Friedkin si sono impossessati della Roma e passo dopo passo provano a dare la loro impronta. Chi li vive quotidianamente racconta: “Questi signori non sono interessati ad apparire, non vogliono ingraziarsi i giornalisti, vogliono solo ottenere risultati“. Risultati sportivi ed economici, con un aumento di capitale da fare, provando a riportare i tifosi dalla parte della società, anche con piccoli gesti come il vecchio stemma che ritornerà sulla seconda maglia del prossimo anno. La presenza fissa a Trigoria ed alle partite. Contro lo Young Boys sarà la quinta allo stadio per Dan e Ryan, mentre Pallotta ha dovuto aspettare quasi tre anni per collezionare cinque apparizioni in tribuna.
Come riporta il Corriere dello Sport, dall’uscita dalla Borsa all’incontro con la Raggi, fino alla ricerca dei dirigenti fatta in prima persona, senza più delegare a terzi, ma guidando la Roma. Una delle differenze poi si è vista nel mercato, dove sono stati trattenuti i gioielli migliori, con l’inserimento contemporaneo di rinforzi a costi sostenibili. Ora si cercano due figure che abbiano esperienza e carisma nel mondo del calcio: un direttore generale e un direttore sportivo. Qui l’unico punto di contatto con Pallotta, perché sarà il dg ad indicare il ds, come Baldini fece con Sabatini. Fienga, non ha rinnovato il suo contratto, sta operando senza percepire stipendi, lavorerà per la Roma fino all’aumento di capitale del prossimo anno in queste condizioni, poi si confronterà con i Friedkin.