‘Roger, passo e chiudo’: da meteora a Bergamo a titolare nella Roma....

‘Roger, passo e chiudo’: da meteora a Bergamo a titolare nella Roma. L’esplosione di Ibanez

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FOCUS CGR – “Ibanez non ha preferito la Roma al Bologna per soldi, lo ha convinto il progetto”. Petrachi dixit, quasi undici mesi fa. Un duello di mercato rusticano, andato in scena a gennaio, tra due ex ds della Roma: il dirigente salentino (all’epoca ancora a capo dell’area sportiva giallorossa) e Walter Sabatini, che sulla capacità di pescare i difensori è un ‘bollino di garanzia’. Sul tavolo l’acquisto del brasiliano dall’Atalanta tra rilanci e telefonate roventi. Alla fine Roger da Canela – piccolo comune dello Stato del Rio Grande do Sol – ha scelto la capitale.

La rapidità è il primo aspetto che rileva con evidenza guardandolo in campo, così come rapido ed immediato è stato il triplo salto di qualità: dalla Fluminense all’Atalanta, poi la Roma, nel giro di un anno e mezzo. Un viaggio di sola andata verso il calcio europeo con l’obiettivo di affermarsi, nonostante le iniziali difficoltà riscontrate a Bergamo. “Non pensavo di arrivare in così poco tempo in un top club come la Roma” ha dichiarato di recente. In effetti la sua crescita è stata esponenziale, con una variante temporale da tenere in considerazione. Il lockdown di marzo ha resettato valori, condizione fisica e gerarchie in tutte le squadre europee, compresa la Roma. A tal punto che Fonseca nel corso delle settimane di pausa forzata, ha cominciato ad immaginare una squadra diversa, sul piano dell’atteggiamento tattico. Dalla difesa a quattro alla linea a tre, per sfruttare al meglio le caratteristiche di Mancini e Smalling, ma soprattutto inserire il brasiliano che nel frattempo stava scalando, già dai primi allenamenti alla ripresa delle attività, le gerarchie mentali del mister lusitano. A Napoli la ‘puntata zero’  del trio titolare, poi una serie di prestazioni che hanno convinto tutti. 7 presenze su 9 in questa stagione, 589 minuti giocati: numeri che confermano l’impressione delle scorse settimane: per Fonseca, il brasiliano è nel gruppo dei ‘titolari’.

Istinto, anticipo, colpo di testa, marcature strette – a volte condite da eccessiva irruenza – ma soprattutto grande personalità nel condurre il pallone, grazie ad una tecnica di base tipicamente brasiliana. Ibanez è cresciuto a vista d’occhio, spazzando via le titubanze e i dubbi di un ambiente cittadino, che declassa spesso e volentieri troppo in fretta i calciatori prima di vederli all’opera con continuità, soprattutto se giovani.  E ci si chiede oggi, a distanza di mesi, come abbia fatto l’Atalanta a lasciarlo andare in prestito biennale con obbligo di riscatto per una cifra vicina ai 10 milioni di euro. Se l’è chiesto anche il mercato internazionale, viste le due offerte da quasi 30 milioni pervenute alla Roma nella scorsa finestra di trasferimenti, rispedite al mittente dalla nuova proprietà.

Innamorato del Colosseo, con un lupo tatuato sul braccio (“l’ho fatto quando stavo alla Fluminense. Il mio secondo tatuaggio, il primo era un leone. Il lupo non sta mai da solo ma sempre in gruppo e questo mi motiva”, ha dichiarato qualche mese fa) Ibanez ieri sera contro il Cluj ha siglato la sua prima rete ufficiale in maglia giallorossa, con una frustata di testa – come detto specialità della casa – poi una tenera esultanza rivolta alla compagna, in dolce attesa di una bimba che si chiamerà Antonella. La paternità, i 22 anni, le origini brasiliane, la voglia di affermarsi: Ibanez da Canela è una delle migliori sorprese della Roma degli ultimi anni, con l’obiettivo di continuare a stupire.

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