Roma, Andreazzoli e il derby: in ballo c’è la conferma

Roma, Andreazzoli e il derby: in ballo c’è la conferma

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Aurelio AndreazzoliREPUBBLICA.IT – M.Pinci Otto anni a Roma, una carriera nell’ombra prima di questi pochi mesi da primo allenatore. Otto anni in cui Aurelio Andreazzoli ha vissuto molte sfumature di derby, nascosto ora dietro Spalletti, ora da Montella,Luis Enrique o Zeman. Dodici volte da avversario della Lazio, per la precisione, tra il 2005 e il 2012 (con l’unica eccezione del periodo di Ranieri). Il bilancio non sorride, a essere onesti: 4 vittorie contro 6 sconfitte, la metà nelle ultime tre gare. Eppure la sorte potrebbe offrirgli una grande opportunità per pareggiare il conto.

 

 

DUE DERBY PER MERITARE LA CONFERMA – Un derby di campionato alle porte, un altro di coppa da conquistare sul campo: Andreazzoli avrebbe, da qui a fine stagione, l’occasione di pareggiare il proprio conto personale con i derby. Sei sconfitte su dodici stracittadine giocate, il cinquanta per cento di amarezze nella sfida più sentita, e quattro successi appena. Nel periodo più luminoso dei confronti con la Lazio (4 vittorie su 4) con Ranieri sulla panchina romanista, lui era lontano, esonerato dall’incarico di consulente tattico della squadra dopo l’addio di Spalletti. Tornato con Montella, in tempo per usufruire dell’onda lunga del quinto derby su cinque, ha poi assistito inerme al filotto negativo con Luis Enrique e Zeman. Quasi una maledizione per Aurelio, che però farà di tutto per prendersi la sua rivincita in questo scorcio di stagione in cui il fallimento del boemo e l’impossibilità di Baldini e Sabatini di trovare un sostituto all’altezza per sei mesi appena gli hanno concesso la ribalta della panchina della Roma. Una gara di campionato, poi il 17 aprile la semifinale di coppa Italia con l’Inter a Milano per meritare un altro derby, quello che metterebbe in palio la decima coppa per la Roma. E magari, chissà, anche la conferma su quella panchina che troppo a lungo lo ha confinato nell’ombra.

 

 

“DERBY FONDAMENTALE MA NON ULTIMA SPIAGGIA” – Andreazzoli, in ogni caso, non è certo l’unico a pensare al derby dalle parti di Trigoria. Anche per questo dopo la sconfitta di Palermo dai dirigenti era filtrata l’indicazione verso i giocatori di evitare interviste o qualsiasi cosa simile in questa settimana. Indicazione cui è venuto meno soltantoSimone Perrotta, quasi costretto a parlare nel ruolo di consigliere federale. Inevitabile allora dover rispondere anche a domande sulla partita che, a questo punto, rappresenta l’unica vera aspettativa del campionato della Roma: “Una tappa fondamentale – ammette Simone – anche se non credo si tratti dell’ultima chiamata, perché dopo ci saranno ancora sette partite”. Come a dire, non è un match che vale la stagione. Eppure l’attesa suggerirebbe altro, compresa quella di Pallotta, domani a Roma per un viaggio pianificato nei dettagli da tempo, e coinciderà con la sua prima volta da spettatore contro la Lazio: “Fare un regalo al presidente? Non vogliamo fare un regalo solo a lui, ma anche a noi stessi, a tutta la città, ci meritiamo una soddisfazione del genere. Ma sarà una partita molto difficile, anche perché ci arriviamo in un momento non facilissimo dopo la sconfitta di Palermo”. L’occasione per rialzarsi. O il crepuscolo di una stagione maledetta.

 

CONTRO LA LAZIO CON DUE PUNTE – Per inseguire il proprio obiettivo Andreazzoli è pronto a reinventare la Roma. Come aveva fatto dopo la prima sconfitta con la Sampdoria, abbandonando il centrocampo a 5 per introdurre il modulo con il doppio trequartista contro la Juventus, anche stavolta Andreazzoli pensa di ridisegnare la squadra. Spazio ancora al centrocampo a 4, un trequartista e due punte, per provare a mettere in difficoltà nell’uno contro uno i centrali della Lazio, forti fisicamente ma non certo velocissimi. E allora da qualche giorno sta studiando un modulo con Pjanic riportato nella posizione di trequartista, alle spalle del duo Totti-Lamela. Di fatto, con la conferma della difesa a tre in cui tornerà titolare Marquinhos con Burdisso e Castan, si tratterebbe di un 3-4-1-2. Uno schieramento che consentirebbe a Lamela, sacrificato sulla fascia nelle ultime due occasioni, di riavvicinarsi alla porta avversaria per cercare la conclusione e magari allungare la striscia di 13 reti realizzate in questa stagione, che ne fanno il miglior marcatore romanista ma che allo stesso tempo hanno attirato su di lui le attenzioni del Manchester City di Roberto Mancini (per la verità già interessatissimo a gennaio). Presto però per parlarne: c’è il derby e Andreazzoli chiederà proprio a Erik i gol per provare a invertire il recente andamento delle stracittadine romane.

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