La Roma cambierà strategia sul mercato dalla prossima estate. In questa stagione, ad esempio, la Roma ha in rosa di ben sette giocatori di proprietà altrui: i difensori Llorente, Huijsen, Kristensen e Angelino, il centrocampista Renato Sanches e gli attaccanti Azmoun e Lukaku. Una strategia voluta e cercata anche per abbassare i costi ed evitare di spendere soldi per i cartellini, considerando anche i paletti del fair play finanziario a cui devono sottosta- rea Trigoria per l’accordo chiuso con l’Uefa fino al 2027. Una strategia, però, che evidentemente non ha pagato.
Dalla prossima stagione, dunque, si cambia. Il club ha deciso di limitare i prestiti al massimo a 2-3 e di patrimonializzare. Insomma, si punterà ad avere giocatori di proprietà per creare valore e senso di appartenenza. I giocatori di proprietà, infatti, non solo contribuiscono ad aumentare il valore totale del club, ma si sentono maggior mente legati alla causa, Chi invece già a metà stagione sa che dopo pochi mesi sarà altrove, rischia di mollare mentalmente e di non essere più d’aiuto alla causa.
Ed allora se si dovesse andare in Champions la Roma cercherà – anche grazie agli introiti della principale coppa europea – di portare a casa 3-4 giocatori che siano in grado di fare la differenza fin da subito. Che siano pronti, insomma, anche per garantire una certa competitività a livello europeo. Se invece la Roma dovesse giocare ancora l’Europa League allora la scelta cadrà su dei profili diversi: giocatori giovani, con voglia e fame agonistica, in grado di essere valorizzati sotto la gestione di De Rossi. Che proprio ieri ha ricordato come a lui piacciano – sia in attacco sia in difesa – giocatori abituati all’uno contro uno. Ecco, l’identikit di base c’è, in attesa che arrivi anche il d.s.