Roma, Bove: “Questa è e sarà sempre casa mia” – Darboe: “Una...

Roma, Bove: “Questa è e sarà sempre casa mia” – Darboe: “Una famiglia” – Zalewski: “Mourinho trasmette una carica mai provata prima”

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Trieste 21.7.2021 Triestina vs Roma Amichevole Sport; Calcio; Nella foto: Mourinho Bove (Foto Gino Mancini)

Darboe, Bove e Zalewski, dopo i rispettivi rinnovi di contratto con la Roma annunciati oggi, hanno partecipato ad una diretta social tutti e tre insieme per parlare della Roma e della loro crescita nel settore giovanile, ma anche di Mourinho.

“È come se ci fossimo nati nella Roma: da 10 anni sono qui. Io sono entrato al secondo anno e c’era già questo piccolino che mi aspettava”, dice Bove riferendosi a Zalewski che aggiunge: “Ti ho anticipato di un anno. Ho fatto il provino con Riccardo Calafiori e già fisicamente era più grande di me”. “Lui era piccolino, ma rapido come adesso ed era devastante”, aggiunge Bove. “Le tue sensazioni? Mi ricordo che ero andato a fare il provino all’Entella, stavo tornando e il mio procuratore mi ha detto che dovevo sostenere il provino con la Roma. Ero contentissimo solo per il provino”, il racconto invece di Darboe.

“Hai dovuto scegliere tra tennis e calcio. Hai fatto la scelta sbagliata…(ride, ndr)”, dice Zalewski parlando e scherzando con Bove, che spiega: “C’è stato un periodo in cui giocavo bene a tutti e due. Se vuoi giocare a tennis ci sono…A parte gli scherzi ho dovuto scegliere perché praticavo entrambi ad alti livelli, era faticoso e ho scelto. Non so se ho fatto la scelta giusta…(ride, ndr). I primi allenamenti in prima squadra sono emozionanti da un certo punto di vista e difficili da un altro perché ti devi calare in un ambiente totalmente diverso di quello in cui ti alleni”. “È normale, è un’emozione unica. Sono esperienze nuove, molto belle. Così come le prime convocazioni – aggiunge Zalewski -. E pensare che anni fa eravamo noi a star fuori Trigoria ad aspettare i giocatori per chiedere una foto e adesso magari ci aspettano i bambini”.

Focus su Darboe e sul suo esordio: “Il mister (Fonseca, ndr) mi aveva detto di essere pronto, quindi me lo aspettavo un po’ perché Gonzalo doveva giocare ma stava un po’ così così. Era contro la Sampdoria. È stata un’emozione, lo sognavo da piccolo. Subito dopo abbiamo giocato con il Manchester United e dopo mezz’ora sono entrato. Dopo quella sono partito titolare e non mi aspettavo di partire subito così, non mi aspettavo tutta questa fiducia del mister. Con lo United quando sono entrato Pogba mi ha chiesto se fosse la mia prima partita e gli ho detto che avevo esordito la settimana prima”.

Contro il Manchester United è stata l’occasione anche per il debutto di Zalewski“Non c’è mai stato modo di provarmi in allenamento o di parlarmi come è successo con Ebrima. È stato cotto e mangiato, non mi aspettavo di entrare. L’unica cosa che ricordo dopo il gol è Ebrima che viene ad abbracciarmi, io non avevo neanche esultato. Perché la partita d’andata era andata come è andata, non c’era modo di esultare. Ebrima mi saltava addosso”.

“Nel mio esordio – racconta Bove – siamo entrati insieme in campo”. “Sì, dopo tre giorni – continua Zalewski – e la palla per il mio assist a Borja Mayoral me l’hai passata tu. C’è un merito”. Non mi aspettavo l’esordio, poi fortunatamente la partita si è messa bene”, ricorda Bove. Mentre Zalewski svela: “La cosa che potevi aspettarti è che l’anno scorso si scaldava solo chi entrava. Quindi se ti mandava a scaldare, c’era molta probabilità di entrare”.

“Ho fatto una delle corse più veloci della mia carriera…Le panchine stavano in tribuna, quindi dalla tribuna dell’Olimpico ho preso i parastinchi e non ho mai corso così veloce in vita mia”, aggiunge Bove. “Con lo United si è girato il secondo di Fonseca verso di me e mi ha detto di scaldarmi, io mi sono alzato in piedi e ho detto ‘io?’ (ride, ndr)”, è invece il ricordo tra i sorrisi di Zalewski.

“Chi si sarebbe aspettato l’arrivo di Mourinho un anno dopo”, prosegue Zalewski mentre Bove dice ancora: “Ti devi allenare, ti mette un po’ soggezione quando lo vedi per la prima volta. L’hai sempre visto in televisione, l’hai visto alzare coppe”. “Infatti i primi periodi eravamo intimoriti, ma sin da subito ci ha trattato come giocatori della prima squadra, questo ci ha aiutato molto ad ambientarci”, continua Zalewski. “Mi ha colpito la sua umiltà nel porsi allo stesso modo con noi come con Pellegrini, non è così scontato”, aggiunge Bove.

“La prima volta che l’ho visto, ho iniziato prima di voi perché dovevo recuperare dall’infortunio, lui viene in campo e io mi stavo allenando con Carles Perez, l’ho saluto e gli ho chiesto se fosse davvero lui. Stavo scherzando e lui mi fa ‘sì, sono io'”, è invece il primo incontro tra Darboe e Mourinho snocciolato dal centrocampista. “Ti trasmette quella cosa che personalmente non ho mai ricevuto da nessuno, quella carica, e vuol dire tanto”, dice Zalewski parlando dello Special One. “Ci sta aiutando molto nella crescita. Da un punto di vista mentale il fatto che dia carica e ti aiuti, devi stare sempre sul pezzo in allenamento perché se provi a calare un attimo…”, racconta invece Bove. E i compagni proseguono il pensiero: “Sei morto, te lo fa vedere subito, ti manda in tribuna e te lo dice direttamente”.

“La Roma è quella cosa che se ti entra dentro da bambino, ti rimane per tutta la vita”, il pensiero di Zalewski.

“Per come sono stato accolto per me sarà sempre una famiglia”, così Darboe descrive il sentimento che lo lega alla Roma.

“Per me la Roma è e sarà sempre casa”, conclude Bove.

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