CORRIERE DELLA SERA – Nelle ultime due settimane, a Roma, si è parlato di tutto meno che della partita contro la Juve. L’attenzione era solo per le «vacanze romane» di Thomas R. DiBenedetto e per il gioco del fantamercato 2011 che impazza per tutta la città: arriveranno Baldini, Sabatini e Fenucci in società; Buffon, Lugano, Santana e uno tra Pastore e Sanchez per la squadra. Vero o falso, poco importa. È bello sognare, soprattutto quando sei sesto in classifica. A Vincenzo Montella, allenatore che non si sente traghettatore e che finora ha ottenuto in campionato 11 punti disponibili su 15, questo fiume di chiacchere non è dispiaciuto: «Se preso nella giusta maniera può essere un vantaggio. Anche perché ho visto i ragazzi molto concentrati sull’obiettivo, visto che questa gara — per rivalità, per classifica, per numero di partite che mancano da qui alla fine— è troppo importante per non capirlo. E poi siamo abituati a sentire tante voci» . Nel suo caso, quelle di una sfilza di allenatori che vanno da Ancelotti a Rossi, da Hiddink a Guardiola. C’è un copione da seguire: «Sarei contento se mettessero in campo la determinazione e la lucidità che hanno avuto nel derby. Magari con un po’ di qualità in più» .
Discorso che porta all’ipotesi di Menez in formazione al posto di Taddei, come avvenne contro la Lazio. Il francese, che interessa alla Juve e al Real Madrid, avrebbe una motivazione in più per mettersi in luce. Sarebbe una Roma a trazione anteriore, visto che Vucinic è sicuro del posto e Totti viene da due doppiette consecutive. A Borriello, che quest’estate rifiutò la Juve, toccherà ancora la panchina. Ieri Montella gli ha parlato molto a lungo: ha cercato di motivarlo o sta pensando a una grande sorpresa? Alla Juve, quando era giocatore, Montella segnò un gol importantissimo. Era il 6 maggio 2001 e la Roma pareggiò all’ultimo minuto — dopo essere stata sotto 0-2— facendo un passo decisivo verso il suo terzo e per ora ultimo scudetto. Ma i tempi sono cambiati e, per la Roma e per Montella, i bianconeri di riferimento non sono più quelli della Juve, ma quelli dell’Udinese: «Le partite da qui alla fine possono sembrare poche ma anche tante. La prossima settimana abbiamo il vero scontro diretto, quello contro l’Udinese. Vincere quella partita vorrebbe dire qualcosa in più dei 3 punti. In un certo senso è ancora più decisiva di quella che ci aspetta contro la Juve, ma farei male il mio lavoro se non tenessi la testa — mia e della squadra — sulla partita che si deve giocare per prima» . Quanto alla partita societaria, ci pensino la banca e i bostoniani. Ieri l’a. d. di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha detto che «l’obiettivo è chiudere entro metà aprile, Siamo sulla buona strada» . E battendo la Juve ancora di più.