Inizia nel modo peggiore possibile il 2022 della Roma. Mourinho rimedia una sonora sconfitta proprio nello stadio che qualche anno addietro lo aveva celebrato, regalando ai rivali di allora una giornata di gioia. Il Milan di Pioli, senza dieci titolari bloccati da Covid, infortuni e Coppa d’Africa, si prende la rivincita delle sofferenze del passato quando lo Special One calcava la panchina nerazzurra e rimette la Roma davanti alla cruda realtà: questa squadra così com’è non può andare da nessuna parte. Ed è inutile cercare alibi… per tutti, Mourinho compreso.
E come se non bastasse il risultato, sul quale pesano ingenuità, errori, deconcentrazione e un arbitro non esattamente lucido (ma dicendo che è colpa dell’arbitro non si fa il bene della Roma), il tabellino rilascia sentenze ancora più dure: Mancini e Karsdorp espulsi non potranno giocare per la gara in programma tra soli due giorni all’Olimpico contro la Juventus di Allegri.
Come scrive il Tempo, a San Siro si capisce subito che sarà una serata di tragedia, perché a una squadra che sta lottando per lo scudetto non puoi regalare due gol nei primi quindici minuti di gioco. Eppure i giallorossi continuano a farlo, a sbagliare, a combinare cose clamorose lì dietro e a perdere la testa quando la situazione si fa complicata. Per l’ennesima volta la Roma ha perso non solo la partita ma anche le staffe nel momento clou della serata. Poi, è vero: l’arbitro Chiffi ci ha messo del suo, non è sembrato lucido e a fine gara Mourinho lo dirà apertamente. Ha sbagliato, sicuramente nel non usare lo stesso metro di giudizio sulle varie valutazioni durante tutto il corso della partita: con Zaniolo poi ormai è chiaro che i fischietti italiani hanno qualcosa in sospeso…
Ma come già detto sarebbe sbagliato pensare che la Roma abbia perso a San Siro in quel modo per colpa dell’arbitro: non è così, ha perso perché (errori difensivi a parte) troppi giocatori sono stati sotto tono e non sono riusciti a dare la qualità che dovrebbero a un gruppo altrimenti mediocre. Zaniolo non ha mai cambiato passo, Abraham è sembrato ancora una volta quello lento e macchinoso che aveva fatto innervosire più volte in passato i tifosi romanisti e anche Pellegrini, al suo rientro dopo l’infortunio, era la controfigura di se stesso. Difficile trovare un migliore, o meglio qualcuno da salvare dopo una partita così da Viña a Veretout, fino a Miki e Mancini: male tutti. E quel 3-1 poteva essere anche più pesante se Ibrahimovic, entrato nel finale, non avesse sbagliato un rigore a tempo scaduto. Domenica contro la Juve servirà ben altro per non sprofondare in una classifica che vede inesorabilmente allontanarsi la zona Champions: ora la Roma è virtualmente nona.