Roma, De Sanctis chiude la porta

Roma, De Sanctis chiude la porta

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rassegnastampaIL MESSAGGERO – M. FERRETTI – T-shirt blu, occhiali blu e jeans, Morgan De Sanctis è arrivato a Fiumicino intorno a mezzogiorno, proveniente da Verona, atteso da parecchi cronisti e pochi tifosi. Prima di infilarsi nell’auto che l’avrebbe portato a Trigoria, ha regalato soltanto un paio di frasi. «Tutto risolto. Sono a Roma per lavorare e fare una grande stagione. Finalmente sono qui, ho già parlato con Garcia al telefono», il suo virgolettato. Al Bernardini ha conosciuto di persona Rudi e, nel pomeriggio, ha salutato direttamente in campo un sacco di vecchi amici, a cominciare da Francesco Totti, suo compagno in nazionale fin dai tempi dell’Under 18, fino a Daniele De Rossi, Dani Osvaldo, Alessandro Florenzi e Federico Balzaretti, con lui in azzurro sotto il segno di Cesare Prandelli. Nei giorni scorsi, prima che la telenovela arrivasse alla parola fine, Totti ha più volte chiamato Morgan al telefono, e ogni volta il ritornello è stato: visto che non ti sbrighi, ne stiamo prendendo un altro… Una curiosità: Totti e De Sanctis hanno giocato per la prima volta insieme nell’Under 18, allenata da Sergio Vatta e Antonio Rocca, il 21 novembre del 1994, a Teramo, Italia-Lituania 2-1.

SALUTI E BACI Dopo aver completato le visite, De Sanctis, come detto, nel pomeriggio è andato in campo per il secondo allenamento della Roma, lavorando in compagnia di Lobont, Julio Sergio e Skorupski. Prima, però, una lezioncina tattica da parte di Garcia. È in discreta forma, già pronto a prendere posto tra i pali della Roma ma oggi salterà l’amichevole in casa dell’Aris Salonicco. Al di là di questo appuntamento, Morgan farà parte del gruppo che domenica partirà per gli States: Kansas City, Boston, Toronto e Washington le tappe della tournée. E così avrà l’opportunità di stringere la mano a James Pallotta.

QUEL RIGORE A BOBO A trentasei anni abbondanti, per De Sanctis comincia un’altra, grande avventura. Cresciuto nelle file del Pescara, Morgan ha conosciuto il mondo professionistico alla Juve, stagione 1997-98. Prima di presentarsi a Torino, 74 partite in B con gli abruzzesi, esordio a 17 anni e 213 giorni (record) in sostituzione degli infortunati Spagnuolo e Cusin, parando, la domenica successiva sul neutro di Francavilla al mare, un calcio di rigore a Bobo Vieri, allora al Venezia. «Se ne tiri altri dieci, te li paro tutti!», urlò Morgan in faccia all’avversario. Appena arrivato alla Juve, De Sanctis catturò l’attenzione di Gianni Agnelli che in occasione dell’appuntamento in famiglia a Villar Perosa nell’agosto del ’97, chiese dettagliate notizie sul conto di quel portierino dai capelli rossi costato 1 miliardo di lire a Marcello Lippi e poi direttamente a Morgan. «Lei è De Sanctis? Mi hanno detto che è molto bravo, vada avanti cosi», le parole dell’Avvocato. Con Lippi esordio in serie A contro la Lazio, 6 dicembre del ’98, causa gli infortuni di Peruzzi e Rampulla, e un gol al passivo. Due stagioni a Torino, poi otto anni a Udine prima di finire al Siviglia grazie all’art.17 della Fifa, quindi al Galatasaray e, nell’estate del 2009, al Napoli.

TERRA D’ABRUZZO Nel marzo scorso, Morgan ha dato l’addio alla nazionale A, difesa sei volte, quattro volte da titolare. Con la Roma ha firmato ieri un contratto biennale (è costato 500 mila euro). Sarà il titolare e con lui la Roma tornerà ad avere un portiere italiano tra i pali dopo una decina di anni, cioè dai tempi di Ivan Pelizzoli, titolare nella stagione 2003-04. E pensare che prima dell’arrivo di Miki Konsel, estate 1997, la Roma non aveva mai avuto un portiere straniero. E con De Sanctis la porta giallorossa tornerà ad essere difesa da un abruzzese come Franco Tancredi, il portiere del secondo scudetto. Un ottimo precedente.

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