CORRIERE DELLO SPORT – Tutto è cominciato in una notte da derby. Tutto potrebbe concludersi in un pomeriggio da derby. Ma questo poco importa a Doni che oggi riscoprirà l’effetto che fa giocare la stracittadina della capitale. Che poi ha rappresentato anche la sua prima volta nel nostro campionato, ventitrè ottobre del duemilacinque, prima stagione di Luciano Spalletti, un inizio di campionato tra ombre e luci, la decisione del tecnico, proprio in occasione della sfida contro la Lazio, di retrocedere in panchina Curci e promuovere il brasiliano titolare.
NOTTE – Cominciò quella notte, con un pareggio, la sua avventura in giallorosso, dopo che l’estate precedente era arrivato a Trigoria da perfetto sconosciuto, a parametro zero, dopo che si era liberato pagando di tasca sua (poco più di ventimila dollari) dalla Juventude. Da quel derby, dopo ci sono state tre stagioni da protagonista in una Roma capace di far innamorare la sua gente, il record delle undici vittorie consecutive, quello scudetto sfiorato a Catania, una Roma, soprattutto, capace di regalare oltre alle vittorie, un gioco che è stato applaudito in tutta Europa. E Doni è stato il titolare di quel grande ciclo, capace di convincere un po’ tutti, compreso il ct del Brasile che cominciò a convocarlo fino a farne il portiere titolare di un Brasile che vinse la coppa America. Tutto questo ha portato, con la Roma, anche a nuovo contratto, scadenza naturale sino al 2012 ( ma c’è una carta privata che lo prolunga di altri dodici mesi) che, però, ha dovuto fare i conti prima con un infortunio serio, poi con un recupero che di fatto non ha più riproposto il primo Doni che è stato visto in giallorosso.
FUTURO – Per questa ragione non è per niente da escludere che quello di oggi sia l’ultimo derby con Doni in campo. Già l’estate scorsa, e poi nel mercato di gennaio, il brasiliano è stato a un passo dall’addio, consapevole che per lui si è esaurito il tempo romanista, complici sia le sue prestazioni, ma soprattutto una situazione ambientale che non gli è certo favorevole. Anche se non si può dimenticare come i compagni di spogliatoio, gli abbiano dimostrato una totale fiducia, pure prima che Montella lo riproponesse titolare, basti ricordare le parole di Daniele De Rossi, « nella mia carriera, dopo Buffon, Doni è il portiere più forte con cui ho giocato» . Ma prima dei saluti, Doni con tutte le sue forze, vuole lasciare un ricordo positivo, a cominciare dal derby di oggi pomeriggio dove la Roma si giocherà buona parte delle residue speranze di centrare un posto valido per la prossima Champions League. Ha cominciato in un derby, vuole concludere alla grande in un derby, anche per dimostrare che non tutti, nei suoi confronti, si sono comportati con onestà.