Sono serviti ottantadue minuti e l’ingresso di un diciottenne ghanese alla sua terza presenza in serie A, per sbloccare la Roma che interrompe la striscia negativa dopo i ko con Milan e Venezia. I primi gol di Felix, classe 2003, regalano ai giallorossi tre punti pesanti che valgono il sorpasso su Fiorentina, Juve e Lazio e la quinta posizione a tre lunghezze dal quarto posto: che era e resta l’obiettivo stagionale.
Come scrive il Tempo, è il colpo di coda di Mourinho che mette il ragazzino per l’ultimo squarcio di gara, lascia Zaniolo in “punizione” e rilanciala sua Roma. Una squadra che ha trotterellato con palla piede, non riuscendo a concretizzare un vantaggio evidente e la pressione offensiva durata tutta la gara contro una squadra che in serie A è l’unica a non ave mai vinto in casa.
Attaccanti troppo leziosi, in cerca della giocata che non arriva o troppo spesso in ritardo: ogni che va per conto suo. Invece il ragazzino, imbeccato dal migliore in campo fin lì Mkhitaryan, fa le cose semplici: piattone in corsa e Roma che vince la partita rovinando l’esordio in panchina di Schevchenko. Ma l’abbraccio giallorosso al gol del ragazzino vale più di ogni altra cosa, dei moduli, dei ruoli e anche delle gerarchie.