LA REPUBBLICA (M. PINCI) – Mezzala. Poi trequartista. Addirittura falso nueve e come non bastasse attaccante esterno. E non è ancora finita. Il pellegrinaggio tecnico di Nicolò Zaniolo riparte da Ferrara: contro la Spal la Roma cerca la conferma alle buone sensazioni – alterne, a dire il vero – dell’esordio di Ranieri sulla panchina giallorossa. E stavolta in campo andrà la prima versione della squadra che ha in testa il tecnico: un 4-4-2 con due punte vere e due esterni che sappiano diventare attaccanti aggiunti, la formula che valse il titolo inglese col Leicester. Una veste in cui Zaniolo avrà un ruolo chiave: quello di laterale di centrocampo. Lì, da sempre, ha impiegato Ranieri i propri uomini di fantasia: Rui Costa con la Fiorentina, Menez nella sua prima Roma, quasi 10 anni fa. L’esempio più simile però è quello di Mahrez, il mancino che a Leicester trasformò in un laterale implacabile anche sotto porta e che fece innamorare mezzo mondo, tra cui Monchi e Di Francesco che l’avrebbero voluto per la loro prima stagione con la Roma. Oggi – a meno che il doloretto al polpaccio non suggerisca prudenza – a destra nella linea di centrocampo giocherà Zaniolo, mancino come Mahrez. E quello soltanto: ha caratteristiche diverse, fisico diverso. Ma qualità e un tiro da sfruttare per poter fare la differenza sulla fascia. L’operazione rilancio per il fantasista che non segna da più di un mese, Roma-Porto del 12 febbraio, e che in trasferta ha inciso con assist, sì, ma ancora aspetta ancora il primo gol. Quelli, a dire il vero, Ranieri se li aspetta da Dzeko e Schick, che proprio a Ferrara segnò la prima volta in campionato con la Roma. Il tecnico ha scelto: li vede insieme e insieme giocheranno, per attuare quell’idea di attacco bicefalo che l’allenatore ha in testa da prima ancora di firmare. I due sono legati da un grande rapporto di amicizia, dopo la rete decisiva all’Empoli Dzeko è stato il primo a fare i complimenti a Schick. Che si è sempre chiesto che senso avesse dover rinunciare a giocare con l’amico. Non può far altro che dimostrare quanto fosse sbagliato.