IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) – «Il mercato si fa adesso», Walter Sabatini dixit. Progettare una squadra che senta l’odore dello scudetto e che sia in grado di disputare un preliminare di Champions League, è l’arduo compito del vecchio e nuovo direttore sportivo. Tutto questo, al netto dei soldi che si avranno a disposizione o dalle cessioni illustri o da quelle meno illustri. Il bonus per l’eventuale turno superato si conoscerà a fine agosto, quindi c’è tempo. Il problema è che, il sostituto diSabatini (o lui stesso specie in questa fase) dovrà gestire il buco economico creato dai calciatori partiti la scorsa estate o a gennaio, che dovevano portare soldi e invece, non ne porteranno affatto. Parliamo di gente su cui la Roma in passato aveva fatto investimenti precisi e che oggi si trovano in giro ma con il biglietto di ritorno per Roma nel taschino. Doumbia, Ibarbo, Iturbe e Ljajic, in rigoroso ordine alfabetico, i simboli di un mercato in parte fallito (Adem a parte).
I CONTI NON TORNANO Quattro elementi su cui la Roma aveva riposto speranze economiche notevoli, su per giù una cinquantina di milioni. Doumbia e Iturbe stanno fallendo pure nel campionato inglese, in genere patria di attaccanti spesso insufficienti per il nostro calcio.L’ivoriano che, come raccontano dall’Inghilterra colleziona tante multe e pochi minuti giocati nel Newcastle, è stato pagato un milione (per il prestito) e il riscatto a dieci appare quasi impossibile (lui vuole tornare in Russia, ma da quelle parti non sono disposti a strapagarlo). Stesso ragionamento potrà fare il Bournemouth su Iturbe, fermo a zero gol nel suo saliscendi tra panchina e tribuna (183 minuti in totale). La Roma ha già incassato 1,2 milioni (c’è un bonus da 1 milione difficilmente incassabile dalla Roma), pensare che il club inglese possa investire 22 milioni a giugno per il riscatto è difficile se non impossibile. Per Ljajic il discorso è ancor più complicato. L’Inter ha la possibilità di prenderlo definitivamente versando alla Roma 11 milioni dopo averlo pagato 1,75per il prestito. Il club nerazzurro ha fatto intendere che Adem non rientra nei piani, ma può essere una strategia per ridiscutere il prezzo. La Roma si trova nella situazione in cui: a) svalutarlo, quindi quasi regalarlo all’Inter (e in più versare il 20 per cento alla Fiorentina); b) riprenderlo per provare a rivederlo ma rinnovandogli necessariamente il contratto, visto che Adem va a scadenza nel 2017. E provare a piazzare un calciatore a un anno dall’esaurimento dell’accordo, è sempre difficile. E Ibarbo? E’ in prestito secco dalWatford all’ Atlético Nacional e la Roma in tutto questo deve provvedere a versare otto milioni al Cagliari. Otto milioni per un giocatore che in sei mesi ha vestito la maglia giallorossa per 581 minuti. «Il mercato si fa adesso», Sabatini dixit. E il caso di cominciare.
I GIOIELLINI Se è vero che Sabatini lascia in eredità quel tipo di problema, è vero pure che la nuova gestione sportiva potrà disporre di giovani interessanti da valorizzare (in prima squadra) o monetizzare (come fu per Bertolacci e Romagnoli). Da Sanabria a Paredes, da Sadiq a Federico Ricci, passando per Politano. Sanabria è una cessione inevitabile: è extracomunitario e nella Roma le caselle per gli stranieri sono/ saranno occupate da Alisson e Gerson.