LEGGO (F. BALZANI) – La crisi c’è, inutile negarla. Ha colpito i nuovi, ma pure i senatori ovvero gli eroi che un anno fa riuscirono a sconfiggere i marziani del Barcellona e a far sognare una città intera. Oggi c’è da prendere di nuovo un treno per Marte o meglio per Madrid, stazione Bernabeu dove domani sera si giocherà la prima partita del girone G di Champions. Uno stadio che ha regalato gioie: la prima storica vittoria con gol di Totti nel 2002 e l’1-2 agli ottavi nel 2008. In totale 2 vittorie, 1 pareggio e due sconfitte. Non ci sarà CR7, ma ci saranno ancora Bale, Modric, Asensio e Benzema. La Roma, invece, si presenza senza tre degli eroi sopracitati (Alisson, Strootman e Nainggolan) e con tanti dubbi in più nella testa del generale Di Francesco. Il tecnico si affiderà ai senatori, tralasciando per una sera l’inserimento didattico dei nuovi in difficoltà anche perché Pastore si allena ancora a parte mentre Kluivert non convince.
Spazio a Manolas, Fazio, Florenzi, Kolarov, De Rossi, Perotti e Dzeko. Il bosniaco riparte dagli 8 gol in 12 partite di Champions della scorsa stagione anche se il suo inizio non è stato esaltante. Solo nel suo primo anno romano aveva segnato così poco (1 rete) nelle prime 4 giornate in A. Il modulo? Probabilmente il 4-2-3-1 con la coppia Nzonzi e De Rossi davanti a una difesa allo sbando. Ma come dice Totti – che di Real se ne intende – «non conterà il modulo, ma serenità e spirito di squadra per arrivare dove siamo arrivati lo scorso anno. Il resto se lo porta via il vento. Dobbiamo affrontare la gara con tranquillità di essere una squadra forte e competitiva. Il Bernabeu mette timore, ma dà anche stimoli. Ovvio, loro sono la squadra top della competizione, ma ogni volta che ci affrontano li mettiamo in difficoltà. Un ricordo? La standing ovation. Il pallone d’oro lo darei a Modric». Il ds Monchi – sempre più nel mirino della critica – ha invece spiegato: «La vittoria sul Barça? Veniamo da un risultato molto alto che genera grandi aspettative. Ma dobbiamo essere cauti, abbiamo cambiato tanto e serve tempo. Questo inizio ha fatto arrabbiare anche me, ma ho tanta fiducia. Andremo al Bernabeu per giocarcela anche se il Real senza Ronaldo ha ritrovato motivazioni. Il nostro club è in crescita, lo dimostrano anche i social». Basteranno Instagram o Facebook? Probabilmente no. Di Francesco deve trovare la quadra da qui al 29 settembre, data del derby e che anticipa la seconda sosta di campionato. Altrimenti non lo salverà nemmeno un mare di retweet.